Una nuova bomba sta per esplodere nel settore creditizio, mentre in Italia si prova a ragionare sul rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Arriva dagli Stati uniti la notizia che Citigroup si prepara a dimezzare il personale dipendente che sarà sostituito da processi informatici e digitali. E tutto ciò in appena cinque anni, come a dire che il futuro è oggi. Si tratta di 10mila posti di lavoro in meno in quelli che sono definiti ruoli operativi. Un’onda lunga che ha già toccato la Germania e si è affacciata purtroppo anche nel  nostro Paese. Banca Intesa, ad esempio, ha previsto 2.700 esuberi conseguenti alla digitalizzazione di alcuni servizi, mentre qualche simulazione, sempre per l’Italia, si è spinta a parlare di rischio 30mila esuberi nei prossimi dieci anni. Un numero enorme sul quale il sindacato è chiamato a ragionare con attenzione. Le sigle di categoria, in maniera unitaria, hanno intanto presentato la loro controproposta all’Abi, l’associazione che riunisce le banche nostrane. A fronte di una richiesta di proroga di dodici mesi del contratto collettivo in scadenza al 31 dicembre, le organizzazioni sindacali hanno controbattuto dichiarando la loro disponibilità ad accordare sei mesi di proroga. Tempo questo che dovrà servire pure per capire come gestire il processo di cambiamento in atto con l’obiettivo primario di salvaguardare lavoro e redditi