di Caterina Mangia

«Non esistono grandi scoperte né reale progresso finché sulla terra esiste un bambino infelice», ha detto Albert Einstein.
Sul nostro pianeta, ormai globalizzato, patria di Industria 4.0, di robot e di tecnologie all’avanguardia che arrivano oltre la luna, purtroppo sono tanti i bambini ancora infelici: in milioni, tuttora, sono quotidianamente sfruttati.
In occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile, che cade oggi, la Fao ha reso noto che i bambini lavoratori nel mondo sono 152 milioni: una moltitudine, un vero e proprio esercito di piccole vite oppresse, costrette, tarpate. Tre su quattro di loro, per un totale di 108 milioni, sono occupati nell’agricoltura: rispetto al 2012, i bambini sfruttati nei campi sono 10 milioni in più, complici i cambiamenti climatici e l’aumento dei conflitti nel mondo.
I piccoli che hanno a che fare con il lavoro agricolo devono fare i conti con l’esposizione ai pesticidi, con condizioni di scarsa igiene, con fatiche arduamente sostenibili e peggiorate dall’esposizione al caldo e al freddo. In un mondo veramente progredito, tutto ciò non dovrebbe accadere.
«Nel significato più profondo del diritto all’infanzia, i minori dovrebbero affrontare solo i problemi e le preoccupazioni proprie della loro età», ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della giornata di oggi, aggiungendo che «la possibilità di crescere in salute e circondati da affetto, di vivere liberi dal bisogno e di ricevere un’istruzione costituisce un parametro importante del progresso umano. Siamo tutti chiamati a spezzare queste catene per contrastare ogni forma di abuso».