Dopo un 2017 drammatico sotto il profilo delle morti bianche, in cui 1.029 persone hanno perso la vita sul lavoro, i dati Inail riguardanti il 2018 dipingono un quadro ancora più allarmante: nei primi quattro mesi dell’anno, più di duecento vite sono state spezzate, l’esistenza di oltre duecento famiglie distrutta.
Nei primi quattro mesi del 2018, le denunce presentate all’Inail sui casi di infortunio sul lavoro con esito mortale sono 286: 24 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lungi dal subire un calo, i decessi sul lavoro hanno subito un’impennata del 9,2 per cento.
Una situazione che suona come un grido d’allarme: si deve intervenire presto ed efficacemente per fermare uno stillicidio che vede, con cadenza tragica e praticamente quotidiana, verificarsi ogni giorno un nuovo decesso.
Nello specifico, secondo l’Inail, ad aumentare sono state le morti avvenute in itinere, ovvero nel tragitto da casa al lavoro e viceversa: i casi sono stati 28 in più rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda le macroaree della Penisola, al Nord-Ovest si è registrato un aumento di 21 morti, al Nord-Est di nove e al Centro di dieci. Nel Meridione e Isole il dato è fortunatamente in calo, rispettivamente con sette e nove casi mortali in meno.