A maggio sia l’indice che misura la fiducia dei consumatori, che quello relativo al séntiment delle imprese hanno registrato una flessione. In particolare risulta piuttosto marcata quella dei consumatori, passata da 116,9 punti di aprile ai 113,7 dell’ultima diffusione, raggiungendo il valore più basso dallo scorso settembre (ad agosto era pari a 111,3). Al calo dell’indice – spiega l’Istituto nazionale di statistica nella nota di commento ai dati -«hanno contribuito i giudizi e soprattutto le attese sulla situazione economica del paese,fortemente peggiorate». Il clima economico, infatti, passa da 141,8 punti a 132,6 punti, mentre i giudizi e le attese sulla situazione economica del Paese scendono rispettivamente da -19,6 a -32,6 punti e da -7,4 a -23,5 punti. Migliorano, invece, le attese sulla disoccupazione. Anche per il clima personale l’Istat rileva un peggioramento, ma in questo caso la flessione è decisamente più contenuta rispetto al séntiment legato al Paese. L’indice relativo prettamente al clima personale scende infatti di tre decimi, portandosi a 107,7 punti dai 108 di un mese fa. I giudizi e le attese sulla situazione economica della propria famiglia passano da -16,4 a -20,3 punti e da -2,5 a -5,9 punti. In lieve miglioramento i giudizi sul bilancio familiare, da 13,3 a 13,7, come anche l’opportunità attuale e le possibilità future di risparmio, da 136,7 a 138,7 punti e da -23 a -21,1. Giù, ancora, le opportunità attuali all’acquisto di beni durevoli, da -48,5 a -50 punti. Passando alle imprese, l’Istituto parla di una flessione dell’indice generale di tre decimi, da 105 a 104,7. In questo caso, si legge nel resoconto, il calo è legato al settore delle costruzioni (da 135,2 punti a 134,1, causato soprattutto dalle stime per l’occupazione) e a quello dei servizi (da 106,4 a 106: giù sia giudizi che attese sugli ordini), mentre per il comparto manifatturiero si registra una variazione nulla (stabile a 107,7 punti: migliorano i giudizi sugli ordini, ma peggiorano le attese sulla produzione). In crescita la fiducia delle imprese del commercio, che si riavvicina a quota cento punti (da 97,6 a 99,8 punti: male i giudizi sulle vendite, ma migliorano le aspettative sulle vendite future).