Mai come in questo caso le previsioni, peraltro molto modeste, potrebbero essere smentite alla prova dei fatti. L’Istat pubblica oggi le Prospettive per l’economia italiana, uno studio che viene effettuato a legislazione vigente, vale a dire presupponendo che non ci siano cambiamenti nella normativa vigente, cosa che cozza con il tentativo in atto di dare un governo al Paese. Guardando al lavoro, la situazione non è, e probabilmente neanche potrebbe esserlo, rosea. L’occupazione dovrebbe crescere, non in maniera così sostenuta da permettere una vera riduzione della disoccupazione, destinata a scendere, ma in termini non decisivi. Ben oltre le dichiarazioni roboanti del governo uscente, il tasso di occupazione nel 2017 è di quasi dieci punti percentuali inferiore rispetto alla media dei Paesi dell’Unione europea: 62,3% contro il 72,2%. Ciò denota una marcata di difficoltà della nostra economia a generare posti di lavoro. Nel 2018, in assenza di interventi correttivi, la crescita degli occupati dovrebbe essere inferiore rispetto a quella dello scorso anno. Allo stesso tempo, la disoccupazione continua a viaggiare pericolosamente intorno alla soglia dell’11%. Forse, ma il condizionale è d’obbligo, potrebbe scendere sotto questa soglia di un paio di decimali che, tradotti in valori assoluti, significa fra le 50 e le 60mila unità. Insomma numeri decisamente non esaltanti e che inducono ad ottimismo.