Notizie veramente positive dalla ricerca dell’Osservatorio Jobpricing sullo stato dell’arte delle retribuzioni non arrivano. Certo, come per ogni statistica, qualcuno più felice c’è, però nel complesso il lavoro dipendente non ne esce troppo bene. La crescita del salario lordo per ora lavorata in Italia è, infatti, dello 0,1%; peggio di noi nella zona euro soltanto la Finlandia, non la Grecia che segna un più 0,6%. Del resto, siamo al nono posto nella zona euro per retribuzione dei dipendenti. La stessa nota del rapporto che evidenzia una crescita media delle retribuzioni del 2,5% nel triennio, a fronte di una inflazione dell’1,1%, si presta, infatti, ad interpretazioni non sempre positive. L’andamento delle retribuzioni dipende infatti dai rinnovi contrattuali che hanno dinamiche diverse rispetto allo scorrere del calendario. Tanto per fare un esempio, il rinnovo del contratto collettivo dei chimici aveva riconosciuto un incremento maggiore rispetto all’inflazione effettivamente registratasi, per cui si è resa necessaria una rimodulazione delle tranche di erogazione. La parte variabile, segnala il rapporto, è in crescita, ma anche in questo caso la media trae in inganno, in quanto i numeri che ci arrivano dal Ministero del lavoro segnalano come gli accordi di secondo livello siano patrimonio di poche aziende. La retribuzione dell’amministratore delegato, intanto, è quasi dieci volte quella dell’operaio.