di Caterina Mangia

Mentre la superficie di Roma combatte contro autobus vetusti che vanno in fiamme, buche stradali che non risparmiano il centro, e voragini che squarciano il manto stradale, i suoi sotterranei svelano l’ennesimo tesoro.
Sotto il manto erboso dell’area di polveriera del Colle Oppio, infatti, si potrebbe nascondere una nuova Pompei. E’ quanto ha detto Eleonora Ronchetti, della Soprintendenza capitolina, durante la commissione Cultura-Ambiente sui pareri per un playground nell’area, rivelando che il complesso archeologico delle Terme di Tito, scoperto alla fine degli anni Novanta, potrebbe avere un’estensione straordinaria e un valore storico inestimabile. Tuttavia, non ci sono i soldi per portarlo alla luce: «non mi sembra che ci siano le condizioni per procedere a uno scavo» ha detto, aggiungendo che «ci vorrebbe qualche milione di euro per fare uno scavo archeologico e accertare l’entità e l’estensione delle terme di Tito che probabilmente si trovano su tutta l’area».
Città Eterna e paradossale, la capitale d’Italia racchiude in sé e rispecchia le contraddizioni di un’Italia “bella e che non balla”: meravigliosa, ma troppo spesso non valorizzata, se non addirittura degradata, pericolosa e “pericolante”.
Il nostro Paese ha il maggior numero di siti riconosciuti dall’Unesco e un patrimonio storico, artistico e archeologico che, se adeguatamente valorizzato, ci permetterebbe quasi di vivere di rendita: lo stesso vale per la Capitale, specchio del Paese.
Pur essendo “adagiata” su sotterranei di inestimabile ricchezza –  la Basilica di Porta Maggiore e l’Ipogeo degli Ottavi, solo per fare alcuni esempi, sono stati scoperti “per caso” durante dei lavori – l’Urbe è alle prese con un degrado inesorabile: secondo un report dell’Ispra, nei primi tre mesi del 2018 a Roma si è aperta una voragine ogni 36 ore. Un’immagine dirompente quanto paradossale: invece di portare alla luce e far emergere i tesori sotterranei, è la città a sprofondare in una serie di voragini.