Nei primi tre mesi dell’anno le denunce di malattie professionali sono state oltre 16mila, con una crescita in valori assoluti di quasi 700 unità fra gli uomini e di poco più di 200 fra le donne. Le denunce di malattie professionali aumentato in tutte le gestioni; in termini percentuali, gli incrementi maggiori si registrano nel conto Stato (+27,5%) e in agricoltura (+10,6%), anche se l’industria e i servizi da soli coprono il 79% delle denunce presentate. Con riferimento alle macroaree territoriali, le denunce crescono dappertutto, tranne che nelle Isole. Consistente l’incremento nel Sud (Sardegna e Sicilia escluse) e nel Nord-Ovest, dove si registrano rispettivamente un più 14,8% ed un più 9,3%. Guardando alle regioni, l’incremento è diffuso. In controtendenza la Valle d’Aosta, la provincia autonoma di Bolzano, il Veneto, la Toscana, la Sicilia e la Sardegna. Con riferimento alla patologia osservata, si riducono, seppur di poco, le denunce relative ai tumori, mentre si incrementano sensibilmente quelle relative al sistema nervoso (+213 casi), le malattie dell’orecchio (quasi cento in più) e, soprattutto, quelle del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo (+383 casi). Il 2017, intanto, si è chiuso con un calo di oltre 2.200 unità, pari al 3,7%. La riduzione, generica per sesso, per distribuzione territoriale (fa eccezione il Centro Italia) e per settore merceologico, arriva dopo un decennio di incrementi, che l’Inail stesso definisce «vertiginosi», proprio a significare l’estrema attualità della questione.