Alla meta con il fiato decisamente corto. Mancano ormai poche ore alla prima scadenza entro la quale presentare domanda per l’accesso all’Ape volontaria ed i numeri non sono oggettivamente eccezionali. Del resto, visto il costo che dovrà sopportare per venti anni l’aspirante pensionato, è anche normale che siano in pochi ad immaginare di utilizzare questa via di fuga dal mondo del lavoro. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Inps, le domande di anticipo finanziario a garanzia pensionistica presentate sono 1.736, il 71,5% delle quali comprensive di richiesta di ratei arretrati. La scadenza del 18 aprile è riservata a coloro che hanno maturato i requisiti tra il 1° maggio e il 18 ottobre del 2017. A fronte di una platea potenziale che secondo il Presidente dell’Istituto previdenziale, Tito Boeri, potrebbe arrivare addirittura a 300mila unità, l’esiguità delle domande effettivamente presentate attraverso il portale dedicato conferma quanto sostenuto da una parte del mondo sindacale, ad iniziare dalla Ugl, che non aveva sottoscritto a suo tempo il protocollo con il governo, ma anche da Cgil ed Uil, che pure quell’intesa l’avevano firmata, salvo poi precisare meglio la loro posizione. L’Ape volontario non è la risposta alla richiesta di ridare flessibilità in uscita verso la pensione; al massimo è una misura di nicchia, capace di attrarre un target di persone evidentemente molto limitato.