di Caterina Mangia

Un ragazzo su tre ha assistito personalmente ad atti di bullismo. La quasi totalità, il 90%, pensa che il fenomeno sia molto diffuso all’interno delle scuole  e quasi la metà, il 42%, ritiene che la scuola sia il contesto in cui si fa maggiormente uso di violenza.
E’ l’inquietante quadro che emerge dal questionario, compilato da 2500 studenti, sulla percezione mafiosa e antiviolenza del Centro Pio La Torre: comportamenti vessatori e aggressivi stanno diventando il “pane quotidiano” per gli alunni degli istituti scolastici.
La violenza non dilaga solo tra i giovani: con il ripetersi di aggressioni agli insegnanti da parte dei genitori, sono gli stessi adulti a trasformare la scuola in un luogo pericoloso. Gli ultimi due di una penosa serie di casi si sono consumati a Palermo e Torino: in Sicilia un insegnante ipovedente, colpito dal padre di un’alunna, è finito in ospedale con un’emorragia cerebrale per averla rimproverata; nel capoluogo piemontese, il papà di uno studente punito per un ritardo ha sferrato un pugno alla mandibola ad un docente.
I casi di violenza purtroppo non si fermano al campo dell’istruzione. E’ di oggi la notizia dell’ennesima aggressione a un medico, perpetrata da un 72enne: in disaccordo sulle cure che stava ricevendo il figlio presso l’ospedale S. Andrea di Roma, l’uomo ha minacciato di morte la dottoressa di turno e le ha messo le mani al collo, saltandole direttamente “alla gola”. Tre professionisti della sanità al giorno sono minacciati verbalmente e fisicamente, e di questi due su tre sono donne.
La violenza trova sfogo, oltre che sulle persone, anche sulle “cose”: pochi giorni fa, il Gianicolo, a Roma, è stato preso di mira da alcuni vandali, che hanno divelto i busti di due patrioti e gettati a terra.
Di fronte a questo quadro disarmante, a questo continuativo rincorrersi di fatti di cronaca, va tratta la triste conclusione che la violenza non è un fenomeno riguardante le sole scuole, ma un trend sociale sempre più pervasivo, una sorta di “modus vivendi” che sta diventando pericoloso e corrosivo. Le nuove generazioni verosimilmente sono lo specchio di un’interazione sociale che ha tratti sempre più “bellicosi”.
Tornando al questionario distribuito dal Centro Pio La Torre, il 93,24% degli studenti conviene nell’affermare che il bullismo è un comportamento aggressivo o vessatorio, tenuto continuativamente da un singolo o un gruppo ai danni di uno o più soggetti percepiti come più deboli; il 6,76% degli studenti invece non è d’accordo con questa affermazione.