di Caterina Mangia

Il mistero della formazione della vita sul Pianeta, uno dei più insondabili interrogativi umani, si avvicina di alcuni passi alla nostra comprensione: il merito è dell’istituto per i processi chimico-fisici del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Messina, il quale ha ripercorso con una simulazione numerica quel “magico” processo chimico che potrebbe aver portato alla vita.
Con avanzate e raffinate tecniche di calcolo è stato dimostrato come alcune semplici molecole presenti in grandi quantità nel cosmo, e arrivate probabilmente sulla Terra “a cavallo” di qualche meteorite, si siano unite per formare l’eritrosio, uno zucchero che, con successive modificazioni, ha composto a sua volta l’Rna, una delle prime molecole biologiche comparse sul pianeta.
Dalla formazione delle prime forme biologiche alla “fotografia” delle zone in cui si localizza l’istinto materno, la scienza procede a passo spedito nell’esplorazione e disvelamento dei più segreti arcani: gli scienziati della Nyu School of Medicine sono riusciti a identificare e scattare un’istantanea del “luogo” esatto del cervello in cui ha sede la pulsione dei mammiferi alla protezione e alla cura nei confronti della prole. In un esperimento condotto su una dozzina di topi femmina è stata individuata quella precisa area cerebrale che, tra milioni di neuroni, si è attivata durante l’accudimento dei cuccioli, per poi tornare a “riposo” nel momento in cui i piccoli si allontanavano. Stimolando la stessa zona del cervello in topi senza figli, gli animali hanno addirittura avuto l’immediato istinto di prendersi cura dell’altrui prole.