Ormai dovrebbe essere evidente a tutti: è in atto una vera e propria guerra commerciale, combattuta su più fronti, ma mai dichiarata, anzi. Un conflitto che, come tutti i conflitti, sta lasciando sul campo tante vittime, le quali dall’oggi al domani, se, per fortuna, non perdono la vita, si ritrovano senza un lavoro ed un reddito per mandare avanti la propria famiglia. È di questi giorni la notizia, data anche da questo giornale, del fallimento di una società che aveva aperto una quarantina di punti vendita con il marchio Trony e che ora licenzia cinquecento dipendenti. Il caso della Dps, è questo il nome della società, non è però l’unico. La Andreoli del gruppo Euronics è in concordato preventivo, mentre Mediaworld ha annunciato 180 esuberi, ha chiuso due punti vendita a Milano e a Grosseto e si appresta a cambiare sede. Qualche altro marchio, ad iniziare da Unieuro ed Expert, continua nella pratica del sottocosto, ma non è da escludere prima o poi un intervento sulla pelle viva dei lavoratori. Tutto ciò accade soprattutto per la concorrenza spinta di Amazon che ha imposto su scala planetaria un modello commerciale devastante per il lavoro qualificato. Tale modello lo abbiamo toccato da vicino, quando sono emerse le condizioni di lavoro nello stabilimento italiano di Castel San Giovanni. Ai lavoratori, Amazon impone ritmi alienanti, per nulla qualificanti ed addirittura, se passasse la prospettiva braccialetto elettronico, telecomandati. Una prospettiva che nulla ha che vedere con il commesso di un negozio, grande o piccolo che sia, la cui prima preoccupazione è assistere il cliente, spiegando come funziona un prodotto e consigliando la migliore soluzione in un rapporto costo-benefici. Il commesso nell’e-commerce è sostituito da un algoritmo, da una formula matematica che raccoglie i nostri dati personali ed in base a quelli ci profila. E qui la questione si intreccia con la scabrosa vicenda di Facebook e dell’uso leggero ed illegale di milioni di profili personali nelle presidenziali americane. Fra un paio di mesi entrerà in vigore il nuovo regolamento comunitario sulla privacy che, piuttosto che puntare sui controlli e le sanzioni, si affida alla responsabilità delle aziende. Un po’ come chiedere all’oste se il vino è buono. Peccato che, nel frattempo, anche tante enoteche e, più in generale, piccoli negozi abbiano chiuso perché il vino su Amazon costa meno.