di Caterina Mangia

Dalla fragile e vitalissima “Teresa la ladra” alla depressa e tormentata Giuliana di “Deserto Rosso”, dalla schietta e infantile Raffaella di “Aiutami amore mio” alla sicula Assunta de “La ragazza con la pistola”: Maria Luisa Ceciarelli, alias Monica Vitti, ha incarnato mille donne in una.
A lei, l’attrice dalla voce roca, dalle gambe lunghe e dall’impareggiabile ironia è dedicata al Teatro dei Dioscuri al Quirinale, a partire dallo scorso giovedì fino al 10 giugno, la mostra fotografica “La dolce Vitti”: un omaggio – vista l’inaugurazione l’8 marzo -, alle mille donne che ha interpretato, insieme un tributo al cinema italiano della “Dolce Vita”.
Sofisticata, goffa, comica, tragica, nevrotica, nazionalpopolare, altoborghese, popolana – in due parole: geniale e poliedrica -, l’attrice è riuscita a entrare nell’Olimpo, fino ad allora prettamente maschile, del Cinema italiano, aggiungendosi al favoloso quartetto composto da Gassman, Sordi, Tognazzi e Manfredi.
La mostra, curata da Nevio De Pascalis, Marco Dionisi e Stefano Stefanutto Rosa, racconta il suo percorso artistico e biografico: dal doppiaggio alla trilogia dell’incomunicabilità di Michelangelo Antonioni, fino ai film che la hanno consacrata regina della Commedia all’italiana. Sono 70 le foto che segnano le principali tappe della sua carriera e della sua vita, ricavate da fonti quali l’archivio storico dell’Istituto Luce, dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Ad accompagnare le immagini sarà un racconto della stessa Monica Vitti, oltre a testimonianze di oggi e di ieri di chi ha lavorato con lei e l’ha conosciuta: da Alberto Sordi a Ettore Scola, da Dino Risi a Giancarlo Giannini.