di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Il nostro Congresso Confederale, al quale hanno partecipato centinaia di delegati, ospiti illustri e tanta stampa, evento culmine di un proficuo ciclo congressuale, si è concluso. Dopo un confronto aperto, partecipato e concreto, è stata confermata la linea politica e sindacale avviata già da diverso tempo, ossia da quando, nel pieno di un difficilissimo periodo di criticità e contrasti interni, mi è stato attribuito l’onere e soprattutto l’onore di riportare la nostra sigla, la Ugl – la sua storia quasi settantennale, i suoi valori, le sue proposte – fuori dal guado per garantirle una rinascita ed un futuro, sempre al fianco dei lavoratori e dei cittadini italiani. Una sfida difficile ma riuscita, come testimonia la riconferma, nell’ambito del più alto fra i consessi sindacali, non solo e non tanto della mia persona, ma della linea politica e del percorso di riorganizzazione interna che ho avuto il compito di guidare. Il nostro Congresso si conclude a poco più di una settimana dall’appuntamento elettorale. Terminano i nostri lavori e si apre un’importante stagione per il Paese. In un clima economico e sociale di grande criticità ci apprestiamo a conoscere quale sarà la decisione degli elettori, consapevoli del fatto che inizierà a breve una nuova fase per l’Italia, che, dopo le deludenti prove offerte dai precedenti governi, ci auguriamo possa essere stavolta foriera di ripresa reale e di benessere diffuso. Forti delle idee e delle proposte scaturite dal Congresso, ci apprestiamo quindi a confrontarci con i nuovi interlocutori politici che emergeranno dalla consultazione del 4 marzo nell’auspicio di un governo capace di garantire prosperità al Paese ed ai nostri cittadini che attendono risposte concrete su temi fondamentali, dal lavoro stabile alla ripresa dell’economia, dalla questione pensionistica a quella sociale, che chiedono più sicurezza e giustizia, un’Italia forte in grado di guardare con fiducia al futuro. Ci auguriamo di confrontarci con un esecutivo che condivida le nostre idee ed i nostri valori, un governo di centrodestra, di cui l’Italia avrebbe bisogno per riuscire a superare i molti problemi rimasti irrisolti o addirittura aggravatisi negli ultimi anni, il dilagare della povertà, la precarietà del lavoro, l’insicurezza sociale, la debolezza a livello internazionale, la fragile ripresa incapace di creare benessere diffuso. Siamo pronti, comunque, a fare la nostra parte con chiunque creda nell’importanza del dialogo sociale e, seppur proveniente da aree culturali differenti dalla nostra, abbia realmente a cuore il destino dei lavoratori italiani, del nostro popolo, del nostro Paese, perché il sindacato, così come la politica, è e deve tornare ad essere prima di tutto un servizio alla Nazione. Molte sfide ci attendono e ora siamo pronti più che mai per affrontarle.