di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Si può non essere del tutto d’accordo con la Corte dei Conti, ma non si possono evitare almeno due considerazioni del suo Presidente Angelo Buscema, espresse oggi in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario. La prima: «Il quadro attuale della finanza pubblica ci indica come non più praticabile il percorso che, per assicurare i necessari livelli di servizi alla collettività, faccia ricorso ad una ulteriore crescita del debito pubblico». La seconda: l’uscita dalla recessione e la ripresa «non pongono ancora termine alle difficoltà quotidiane di tante famiglie».
Queste due considerazioni sono le due direttrici lungo le quali sta viaggiando il treno a rischio deragliamento che si chiama Italia. Sono due direttrici sconnesse, come le rotaie del treno regionale che ha causato tre morti e decine di feriti in Lombardia qualche settimana fa. Sarà pur vero che non si può far crescere ulteriormente il debito pubblico per erogare servizi necessari alla collettività, ma i cittadini italiani non hanno mai potuto godere di un vero equilibrio tra la tenuta dei conti pubblici e le prestazioni di diritti civili e sociali. Ecco perché la crescita in atto, pur debole, non sta compensando le difficoltà quotidiane di tante famiglie.
L’emorragia di risorse, di sostanze, di diritti e quindi di energia è stata infatti talmente forte dall’entrata dell’euro ad oggi, passando per gli effetti della bolla speculativa del 2007, che la parte più sana del Paese sta diventando lentamente la più fragile. Un Paese che non dà prospettive ai giovani –  condannati alla precarietà, al lavoro nero o alla disoccupazione – e nemmeno agli anziani – condannati a lavorare se un lavoro ce l’hanno ancora –, un Paese che chiede tanto senza quasi nulla restituire, persino in termini di sicurezza, è o, meglio, può diventare un Paese pericoloso.
Guardando ai tragici fatti che stanno caratterizzando la cronaca nera italiana e che si incrociano fatalmente con scontri politici, scontri di piazza, scontri tra cittadini e le forze dell’ordine, ci dicono che più di una frattura profonda nel Paese si è aperta.
Il gioielliere e i tanti negozianti che si fanno giustizia da soli, la ragazza senza famiglia che si rifugia a casa di un uomo sconosciuto che poi la uccide con 40 coltellate, l’altra ragazza che scappa da un centro di recupero per andare a finire letteralmente in pezzi dentro due valige, il motociclista che si scaglia con la pistola contro i passanti, i genitori che aggrediscono i professori fino a mandarli in ospedale e lo studente che sfregia con un coltello la sua professoressa, una senza tetto straniera violentata a piazza Vittorio a Roma da un altro straniero, i non pochi omicidi che si verificano nelle coppie, nelle famiglie, non possono essere davvero più considerati dei casi isolati.
Non sono solo la questione economica, il declino della politica, il degrado e la povertà, la distanza tra istituzioni e cittadini a determinare questi risultati, ma senza ombra di dubbio ognuna delle cause appena elencate ha contribuito per la sua parte a generare tali preoccupanti effetti.
Bisogna fare qualcosa e anche presto, prima che il treno Italia deragli del tutto.