di Caterina Mangia

Meno di un mese fa un pungente rapporto Oxfam dipingeva e denunciava gli squilibri e le ingiustizie di un mondo in cui la forbice tra ricchi e poveri si allarga sempre di più.
A distanza di poche settimane dalla pubblicazione del report, l’organizzazione umanitaria è stata travolta da uno scandalo sessuale, che ha danneggiato le stesse persone a cui l’Ong avrebbe dovuto portare aiuto. Un’inchiesta del Times ha rivelato che alcuni funzionari Oxfam inviati ad Haiti nel 2010 per soccorrere la popolazione dal devastante terremoto che causò più di 300mila vittime, ben lungi dal prestare conforto ai più deboli, organizzavano «orge stile Caligola» con prostitute del luogo, forse anche minorenni.
Dopo le verità venute a galla sugli abusi a Hollywood e nel mondo dello spettacolo, adesso emerge il lato oscuro delle associazioni di beneficenza: secondo il Sunday Times, questo episodio non sarebbe isolato, ma si sarebbero verificati altri «comportamenti impropri» all’interno della stessa Oxfam e di altre organizzazioni.
Si tratta di «un fallimento morale», ha commentato la ministra britannica per la Cooperazione Internazionale Penny Mordaunt.
Intanto, ieri sono “cadute le prime teste”: il vicedirettore di Oxfam, Penny Lawrence, ha annunciato le proprie dimissioni assumendosi la «piena responsabilità» di quanto accaduto, e ammettendo che già prima dell’arrivo dei funzionari Oxfam ad Haiti erano note accuse di festini con prostitute in Ciad: «Negli ultimi giorni siamo diventati consapevoli che erano state  sollevate preoccupazioni sul comportamento del nostro staff in Ciad  così come ad Haiti, di fronte alle quali non abbiamo agito  adeguatamente», ha affermato.
Oggi è lo stesso numero uno di Oxfam, Mark Goldring, a finire nell’occhio del ciclone: un’ex dipendente della Ong, Helen Evans, ha parlato al Times di una vera e propria «cultura degli abusi sessuali, dichiarando che il chief executive dell’organizzazione era a conoscenza di casi di molestie – alcune delle quali segnalate in prima persona dalla stessa Evans – ma non intervenne. «Ci dispiace di non aver reagito più rapidamente e più efficacemente alle segnalazioni di Helen», ha risposto Oxfam in un comunicato, precisando di aver preso contromisure quali il raddoppiamento degli operatori nelle équipe di protezione, che passeranno da due a quattro.
Nonostante le scuse ufficiali, sull’organizzazione umanitaria potrebbe abbattersi la tegola del ritiro dei finanziamenti: in un briefing con la stampa a Bruxelles, la portavoce del Servizio Europeo per l’Azione Esterna  Maja Kocijancic ha dichiarato che la Commissione Europea  si aspetta «che Oxfam faccia piena chiarezza sulle accuse, con la massima trasparenza  e con urgenza. Siamo pronti a rivedere – ha aggiunto – e, se necessario, a cessare di  finanziare qualsiasi partner che non rispetti standard etici elevati».