Il saldo è positivo, ma i conti non tornano fino in fondo. Su base annuale (novembre 2016-novembre 2017), la differenza fra assunzioni e cessazioni è positiva per 557mila unità, più o meno in linea con il dato di ottobre (+555mila). Ciò che non torna è la suddivisione fra le diverse voci. Calano infatti i contratti a tempo indeterminato (-14mila), per cui larga parte del saldo positivo è ascrivibile ai soli contratti a tempo determinato (+499mila), che, unitamente agli 11mila contratti stagionali, segnano chiaramente l’andamento della nostra economia che non sembra più in grado di sostenere la creazione di posti di lavoro fisso. Interessante, ma non sufficiente, viceversa, il dato sui contratti di apprendistato (+61mila): le aziende assumono giovani, anche se il percorso per l’inserimento professionale è ancora molto lungo, considerando i numeri della disoccupazione giovanile e il fenomeno dei neet. 535mila, infine, i licenziamenti di personale con contratto a tempo indeterminato.