Ieri pomeriggio nel corso di operazioni di manutenzione del forno della Lamina, in via Rho a Milano, una delle aziende storiche del milanese, sono morti tre operai, mentre un quarto è in condizioni gravissime. Nella ricostruzione della dinamica dell’incidente, che si sta svolgendo in queste ore, il primo operaio a scendere per verificare un malfunzionamento nello spazio sotterraneo profondo due metri, dove si trova il forno in cui viene scaldato l’acciaio, è il responsabile di produzione Arrigo Barbieri di 57 anni, poco dopo insieme a lui scende anche l’elettricista, Marco Santamaria, di 42 anni. Senza rendersene conto, i due trovano l’aria satura di un gas che fa perdere loro i sensi e l’equilibrio. Per cercare di aiutare i due colleghi finiscono coinvolti nella stessa situazione Giancarlo Barbieri 62 anni, fratello di Arrigo, e Giuseppe Setzu di 47 anni.
Adesso la Procura di Milano indaga con l’ipotesi di omicidio colposo plurimo e, in particolare, sul perché i dispositivi di allarme, che hanno dei sensori per segnalare le fuoriuscita di monossido di carbonio e azoto, non abbiano funzionato. I dipendenti hanno riferito che l’azienda è sempre stata molto attenta sulla sicurezza, ma è evidente, visto anche che si stavano svolgendo nella fabbrica operazioni di manutenzione, che qualcosa non ha funzionato non solo nel comportamento, probabilmente avventato degli operai, soprattutto dei due che hanno tentato di dare soccorso, ma anche nei sistemi di sicurezza.
Come atto dovuto, per il sequestro della fabbrica e per gli accertamenti, saranno iscritti nel registro degli indagati il responsabile legale dell’azienda e probabilmente altre figure, come i responsabili della sicurezza.