Il numero tanto atteso alla fine è arrivato. Con la firma dell’accordo con Abi ed Ania, le associazioni che rappresentano, rispettivamente, le banche e le assicurazioni, entra nel vivo l’operazione Ape volontaria, introdotta con la legge di bilancio del dicembre del 2016 e prorogata fino al 31 dicembre 2019 con la manovra finanziaria approvata lo scorso dicembre. L’anticipo pensionistico (Ape) è un prestito erogato da una banca o da una assicurazione che permette alla persona che ha minimo 63 anni di lasciare il lavoro in attesa del pensionamento vero e proprio. Quanto anticipato dal sistema creditizio viene poi recuperato nei venti anni successivi, con una trattenuta effettuata dall’Inps direttamente in pensione. Come tutti i prestiti, ha un costo, pari ad un taglio di cinque punti percentuali all’anno, fino ad un massimo di diciotto punti con l’anticipo massimo. Insomma, un costo non indifferente che, evidentemente, è destinato ad influenzare le decisioni della persona interessata. Per rendere operativa la misura, ora è attesa una circolare esplicativa dell’Inps, con i modelli per la domanda, in tempo per il primo giugno, quando partirà ufficialmente l’operazione Ape volontaria. Oltre al prestito da restituire, si avrà anche il congelamento dell’assegno pensionistico al momento della domanda, con ulteriore perdita. Da Palazzo Chigi si stima una platea di potenziali 350mila unità nel solo 2018, ma è tutta da verificare.