Ieri lo stabilimento Embraco a Riva di Chieri in provincia di Torino, multinazionale brasiliana che fa capo alla Whirpool, ha annunciato la cessazione dell’attività e l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo per 497 lavoratori su 537. Dopo l’allarme lanciato ad ottobre dai lavoratori sul loro futuro, era nell’aria una brutta notizia ma non così devastante. Oggi circa 300 dipendenti hanno organizzato assemblee e poi deciso di dare vita a un corteo spontaneo.
L’azienda ovvero Whirpool nell’annunciare la sua decisione, depositata presso la Sec (l’ente federale statunitense che vigila sulla borsa), ha spiegato che sono stati valutati «scenari alternativi» ma che nessuno di essi si è presentato ai loro occhi quale soluzione ideale per evitare la cessazione dell’attività dello stabilimento. La promessa di mantenere una piccola presenza commerciale in Italia, giusto per assicurare l’assistenza, spostando altrove l’attività produttiva, fa capire in realtà che dal punto di vista industriale la fabbrica di Riva di Chieri, che produce motori per frigoriferi, non ha davanti a sé molti spiragli per il futuro.
Ma i sindacati e i lavoratori sperano di poter far cambiare idea all’azienda nei prossimi 75 giorni di trattativa. Nell’immediato un gruppo di lavoratori intende domani organizzare un presidio davanti al Lingotto di Torino, per la due giorni del Pd dedicata agli amministratori locali, nel corso del quale è previsto un intervento del premier Paolo Gentiloni nel tardo pomeriggio e chiedergli così un incontro.