Nel mese di dicembre di quest’anno, l’indice di fiducia del viaggiatore italiano è in calo, pari a  61 punti, in leggera diminuzione rispetto al mese precedente. Lo hanno rilevato Confturismo-Confcommercio in collaborazione con l’Istituto Piepoli.
Lo studio rileva comunque che la propensione al viaggio resta sufficiente e che la lieve flessione sarebbe da porre in relazione principalmente con il clima pre-elettorale, perché di solito diffonde nel Paese un clima di tensione e di incertezza che porta le persone a rinviare alcune decisioni di spesa.
L’aspettativa, a quanto pare, è ambiziosa: nel 2017 si sarebbe verificato un boom del turismo e ci si aspetta altrettanto per il 2018, se non di più. Ci si chiede quindi come potrebbe presentarsi il turismo l’anno appena cominciato. Se lo scorso anno la vacanza più importante è stata definita dagli italiani intervistati come «divertente», «rilassante» e «indimenticabile», per il 2018 le “parole chiave” utilizzate saranno «culturale» e «lunga».
Le attese, dunque, nel corso dell’anno si orienteranno verso mete artistico-culturali, nnché eno-gastronomica, insieme ad un allungamento della durata media dei viaggi. Sul breve periodo, quindi sulle intenzioni di vacanza per il trimestre gennaio-marzo, invece sono il turismo montano e la neve le preferenze trainanti, molto più che negli ultimi due anni. Per fortuna l’Italia è la meta preferita con una percentuale pari a circa l’80%, grazie alla capacità del territorio e dell’offerta turistica di presentare le caratteristiche amate dagli italiani.

È soprattutto il pensionato italiano, benché autosufficiente, a vedere il futuro sempre più incerto
Dal dossier emerge un profondo squilibrio nel livello di fiducia e della propensione al viaggio fra i tre gruppi di età degli intervistati: se infatti i valori registrati fra i giovani 18-34 anni e gli intervistati di età compresa tra 35 e 54 anni – rispettivamente 75 e 65 – sono entrambi ampiamente sopra la media, quello registrato per il cluster 55-74 anni crolla a 47. Stiamo parlando di una fascia della popolazione, i pensionati in età autosufficiente, che in altri Paesi rappresenta il target di riferimento fondamentale per l’offerta turistica. Ma nella realtà italiana così non è, perché continua a pesare, l’incertezza sul valore futuro delle pensioni e sul livello di assistenza e welfare.