di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

La vicenda Melegatti, la nota azienda veronese che produce pandori e prodotti dolciari, insegna molte cose. Un marchio storico di un settore potenzialmente trainante della nostra economia si ritrova, quasi dall’oggi al domani, invischiato in una crisi che mette a rischio centinaia di posti di lavoro, fra diretti e dell’indotto. Il primo insegnamento è quello che arriva dai lavoratori. Non si tratta semplicemente di difendere un posto di lavoro, anche se trovare una occupazione nell’Italia odierna non è mai facile; i lavoratori si mobilitano perché hanno la consapevolezza di partecipare ad una grande avventura del made in Italy. I dipendenti vogliono partecipare, vogliono decidere, vogliono dare il loro contributo fattivo a che Melegatti continui ad essere un marchio presente sugli scaffali dei supermercati e, soprattutto, nelle case degli italiani. Ognuno di noi ha un ricordo legato ad una fetta di pandoro di un determinato Natale. Ecco, i lavoratori di San Giovanni Lupatoto sono consapevoli che la loro è una battaglia per salvare un sogno. Non sappiamo se ci riusciranno; di certo, però, se il risultato finale sarà positivo come tutti ci auguriamo, questi lavoratori hanno maturato il diritto a contribuire a definire le scelte strategiche per il futuro, così come peraltro prevede l’inattuato articolo 46 della nostra Costituzione. Il secondo insegnamento arriva dagli italiani, i quali, ancora una volta, hanno dimostrato la loro solidarietà concreta, acquistando i prodotti Melegatti e permettendo così di tenere aperto lo stabilimento un giorno in più rispetto al preventivato. Nonostante tutto, un milione e mezzo di italiani hanno dato o si apprestano a dare fiducia ad una azienda che hanno apprezzato in passato per la serietà e la qualità dei prodotti. Gli italiani sanno cosa vuol dire essere solidali in concreto: oggi cercando di difendere il lavoro, ieri aiutando le popolazioni colpite dal terremoto e i più bisognosi. Il terzo insegnamento riguarda la debolezza del nostro sistema produttivo. Un’azienda che produce ed è apprezzata rischia l’autodistruzione per beghe interne, quasi come se il lavoro e l’impresa fossero una cosa da poco e non, viceversa, un argomento da trattare con estrema attenzione. Neanche fossero le famiglie dei Montecchi e dei Capuletti, i soci di maggioranza e di minoranza hanno iniziato un duro scontro che sta facendo saltare il banco. L’articolo 41 della Costituzione riconosce la libertà di iniziativa economica, ma ricorda anche che essa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana. Con tutto il rispetto dovuto, però lascia pensare il fatto che la salvezza possa passare da un fondo maltese, quando tutto il prodotto interno lordo dell’isola mediterranea vale all’incirca l’8% del Pil del Veneto.