Nonostante i dibattiti “ad alta tensione” che ogni giorno popolano trasmissioni radio e tv, secondo il Bes 2015 dell’Istat (il Rapporto che misura il Benessere equo e sostenibile nelle città), il complesso degli indicatori soggettivi e oggettivi che misurano l’evoluzione della sicurezza nel nostro Paese mostra una generale tendenza al miglioramento. Addirittura nel contesto europeo, l’Italia si colloca tra i Paesi con la più bassa incidenza di omicidi. Resta invece ancora problematica la situazione relativa a furti e le rapine.
Diminuisce la preoccupazione per sé o per altri della propria famiglia di subire una violenza sessuale e si notano meno di frequente segni di degrado sociale nella zona in cui si vive. Tuttavia le donne e gli anziani sono i gruppi più deboli ed insicuri, che percepiscono maggiormente i rischi di subire reati. Emerge un maggiore senso di sicurezza tra le giovani donne, che temono meno di subire atti di violenza sessuale.
Oltre all’età e al genere, è l’aspetto territoriale, e non poteva essere diversamente viste le diseguaglianze croniche nel nostro Paese, a mostrare le maggiori diversificazioni. Diseguaglianze molto forti si riscontrano prima di tutto tra le diverse realtà urbane. «Le differenze tra le città, e in particolare tra quelle metropolitane, sono in taluni casi molto più forti – spiega il rapporto – delle differenze che si riscontrano tra le regioni o le ripartizioni». La dicotomia tra Centro-Nord e Mezzogiorno si ritrova anche a livello urbano, mettendo in evidenza i ritardi delle città meridionali. Gli omicidi e le rapine denunciate si caratterizzano per un’incidenza superiore alla media nazionale nelle regioni del Mezzogiorno, nel caso dei furti in abitazioni e di quelli con destrezza sono il Nord e il Centro a presentare i livelli più elevati. A livello regionale, invece, la situazione è più variegata.
La preoccupazione di subire una violenza sessuale è più elevata al Nord (30,6%) e al Centro (31,9%), mentre il Mezzogiorno presenta i valori più bassi (24,5%). Tuttavia il Nord sta migliorando, passando dal 42% al 30,6%, insieme al Centro, da 42,9% a 31,9%. Quote più consistenti di persone preoccupate di subire una violenza sessuale vivono nel Lazio (37,8%), in Piemonte (34,0%) e in Lombardia (32,6%). In particolare, i valori minimi si registrano in Puglia. La minore preoccupazione di subire una violenza sessuale (calata tra il 2009 e il 2016) viene registrata soprattutto dalle donne giovani e giovanissime (-29 punti percentuali per le ragazze di 14-19 anni, meno 19 punti per le 20-44enni).