di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

La campagna elettorale sta partendo su toni da «La settimana enigmistica». Gli scontri sono concentrati su battute più o meno opportune, espressioni e parole, come se la necessità e l’urgenza di dare una speranza agli Italiani, affossati da anni di profonda crisi economica, ma ormai anche sociale e potremmo dire «esistenziale», come dimostrano le culle drammaticamente vuote, fosse questione di grammatica e di bon ton. Grande protagonista, poi, il caso delle «fake news» postate sui social, attualmente considerato il problema dei problemi. Ci sarebbe da dire che quella delle fake news sembra la più grossa fra le fake news. Non per sottovalutare la diffusione di bufale su Internet, senz’altro presenti e da combattere, ma per dare il giusto peso alla loro importanza: ultimamente sono stati attribuiti alle campagne sul web gli esiti inaspettati degli ultimi appuntamenti elettorali, ossia le sconfitte sempre più frequenti dell’establishment consolidato, da quella della Clinton alla Brexit e così via, immaginando che i colossi del potere potessero essere minacciati e messi all’angolo mediante l’azione di siti più o meno attendibili, più o meno organizzati e soprattutto ben poco conosciuti dalla gran massa dell’elettorato. Abbiamo, ma probabilmente fa comodo non vedere, problemi ben più gravi e concreti, in Italia ed in tutto il mondo «occidentale» post-industrializzato e globalizzato. Problemi che spingono le masse a cercare il cambiamento, molto più di qualsiasi ipotetica campagna di notizie false. In Italia il debito galoppante e l’inasprimento delle ricette di austerity, la disoccupazione e la sotto occupazione di giovani ed ormai anche trentenni e quarantenni relegati in un perenne e forzato giovanilismo, la trappola dell’aumento continuo dell’età pensionabile – e l’Ugl scenderà in piazza per questo – la  povertà in aumento, la deindustrializzazione, gli scandali bancari veri, verissimi,  come quello del Monte dei Paschi, con punti oscuri e vittime cui garantire giustizia, il continuo approdo di masse sempre più ingestibili di migranti, con il senso di insicurezza in aumento e proprio in questi giorni l’appuntamento con un fisco tra i più esosi e a fronte di un welfare sempre più scadente. In tutto ciò Internet resta per buona parte degli italiani solo un momento di svago di fronte alle vere problematiche quotidiane, così come non ci si riesce ad appassionare seriamente, in momenti come questi, a discussioni sul bon ton, esercizio di stile per periodi meno difficili. Servono invece proposte concrete che diano speranza e senso di discontinuità rispetto al passato. Di fronte all’incapacità di proporre cambiamenti reali, nelle politiche di lungo respiro come nel modus operandi di ordinaria amministrazione, sembra che le disquisizioni sulla forma siano solo una coperta per nascondere la mancanza di sostanza.