Chissà se anche questi dati passeranno sotto silenzio. Il Rapporto della Caritas 2017 su povertà giovanili ed esclusione sociale in Italia non dà vie di scampo: la povertà tende a crescere al diminuire dell’età, i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti peggio dei nonni. Rilevazioni agghiaccianti che arrivano mentre il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, si trova a Goteborg in Svezia al Social summit dei capi di Stato e di governo Ue sul lavoro e la crescita equa. Da lì Gentiloni ha affermato che «in Italia abbiamo avuto più o meno un milione di nuovi posti di lavoro dal 2014 al 2017». Ma allora, per quale motivo la Caritas parla di «futuro anteriore» per i nostri giovani? Perché ormai il futuro è alle spalle di coloro tra i 18-34 anni di età: tra di essi è povero 1 su 10 e il rischio povertà ed esclusione sociale tocca il 37% dei giovani italiani. Nell’ultimo decennio l’incidenza della povertà tra i giovani (18-34 anni) è passata dall’1,9% al 10,4%, mentre a diminuire è la percentuale solo degli over 65, passata dal 4,8% del 2007 al 3,9%. Secondo il Rapporto, il rischio di povertà ed esclusione sociale riguarda il 33,7% dei giovani italiani (il 6,4% in più rispetto a quanto accade nel resto d’Europa).
Ancora di più preoccupano i minori: in Italia, 1 milione 292mila sono nella povertà assoluta, pari al 12,5% del totale. Particolarmente drammatica la condizione delle famiglie dove sono presenti tre o più figli minori per le quali l’incidenza della povertà sale al 26,8%, coinvolgendo quasi 138mila famiglie e oltre 814mila individui.