Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Il mondo del lavoro ha risentito e risente profondamente delle dinamiche legate al processo di globalizzazione. Il ruolo delle economie emergenti asiatiche, il peso delle multinazionali, i processi di delocalizzazione, l’aumentare del numero di italiani, specie giovani, costretti dalla crisi finanziaria ed economica, anch’essa internazionale, a lasciare il Paese, l’impatto delle nuove tecnologie sull’organizzazione del lavoro, l’ondata migratoria dal sud del mondo, il ruolo crescente delle organizzazioni internazionali, dalla Ue alla Bce, dal Fondo Monetario al Wto, hanno determinato effetti sostanziali sulle opportunità e condizioni di lavoro delle persone che il sindacato è chiamato a rappresentare. Allo stesso modo il sindacato – e soprattutto il sindacato nazionale, proprio perché è particolarmente consapevole dei pericoli insiti nel processo di globalizzazione – per tutelare efficacemente i lavoratori italiani deve necessariamente guardare anche al di là dei confini per affrontare le sfide del mondo contemporaneo. Ciò attraverso più strette ed organiche relazioni con le organizzazioni sindacali del resto d’Europa e del mondo, specie laddove si riconoscano delle visioni e delle modalità d’azione comuni, ed anche tramite un’attiva presenza nelle organizzazioni internazionali che rappresentano il mondo del lavoro. L’obiettivo di questa sfida particolarmente complessa è quello di imprimere una dimensione sociale al processo di globalizzazione rendendola più giusta e sostenibile dal punto di vista del rispetto dei diritti del lavoro, della lealtà commerciale e della tutela dell’ambiente, superando, quindi, le logiche attuali fondate sul dumping sociale, che trae i suoi vantaggi proprio dal diverso costo della vita e dalle diverse condizioni di lavoro che esistono nelle varie aree del pianeta. È inoltre necessario che si rispettino maggiormente le diversità culturali e che non si cerchi di omologare tutto il pianeta al modello dei consumi americani e delle modalità lavorative cinesi. La nostra controparte è sempre più spesso sovra-nazionale, si tratti delle ricette di austerity della Troika Commissione, Bce e Fmi piuttosto che delle modalità imprenditoriali delle multinazionali. Anche noi, quindi, dobbiamo organizzarci di conseguenza per difendere la dignità e i diritti del lavoro, in una prospettiva più lungimirante. Questo il senso della missione UGL in Argentina, terra storicamente legata in modo particolare alla nostra grazie alla presenza di una vasta comunità italiana, e della partecipazione ad una serie di attività sindacali: dalla collaborazione con il sindacato argentino CGT, alla presenza alla Conferenza OIL contro lo sfruttamento del lavoro minorile, alla ratifica di intese per una miglior tutela sia dei nostri lavoratori presenti nello Stato sudamericano che dei lavoratori argentini in Italia.