Il Ministero del Lavoro presenta il report mensile sull’andamento dei contratti collettivi di prossimità, aziendali o territoriali, firmati e depositati per accedere alle agevolazioni fiscali in materia di produttività ed emergono chiaramente almeno due tendenze negative, sulle quali è opportuna una riflessione complessiva. In primo luogo, con 327 contratti depositati nell’ultimo mese, siamo davanti alla peggiore perfomance da quando è stato reintrodotta la misura agevolativa (decreto interministeriale 25 marzo 2016, attuativo della legge 208/2015). Da capire se non si tratta di una situazione casuale o se, piuttosto, è l’indicazione di una tendenza in atto, visto che il calo si trascina ormai da un trimestre. Il secondo elemento di riflessione è relativo allo scarsissimo impatto che la misura ha nelle regioni del Mezzogiorno, isole comprese. Dei quasi 13.700 contratti attivi, quelli sottoscritti e depositati che insistono su aziende e territori del Meridione ammontano a 1.233, pari al 9% del totale, meno della sola regione Piemonte, dove i contratti collettivi sottoscritti e depositati sono 1.294. Una situazione fortemente sconveniente per i lavoratori, in quanto la detassazione sui premi di produttività produce un maggiore reddito compreso fra i 450 e i mille euro, ma anche per le imprese, che non riescono ad utilizzare appieno le potenzialità degli strumenti contrattuali per meglio gestire i picchi produttivi. Da quando la misura è stata reintrodotta, i contratti collettivi sottoscritti e depositati sono stati 26.357, il 48% dei quali ha già esaurito il proprio effetto.