di Caterina Mangia

Ali spezzate per l’ex compagnia di bandiera. Ieri l’apertura dei sette plichi giunti allo studio notarile associato “Atlante Cerasi” di Roma ha rivelato che nessuna delle offerte vincolanti pervenute per la cessione di Alitalia contiene l’interesse per l’intera attività del gruppo. Dopo l’uscita di scena di Ryanair, alle prese con forti criticità interne, la corsa alle manifestazioni di interesse è stata infatti giocata al ribasso: i principali pretendenti, sia Lufthansa che  Easyjet, puntano allo ‘spezzatino’.
Ali spezzate anche per gli 11.500 lavoratori, dato che acquisisce sempre più peso la possibilità, anticipata dal Corriere della Sera, che la manifestazione di interesse del colosso tedesco metta sul piatto 500 milioni di euro, ma comporti seimila esuberi. Ovvero, la metà dei dipendenti. Esprimendo la volontà di creare una «Nuova Alitalia», il gruppo guidato da Carsten Spohr ha precisato la propria scelta di «non presentare un’offerta per l’intera compagnia aerea», ma ha dichiarato interesse «solo per il network globale e per il business dei voli point-to-point in Europa e in Italia». Ancora più stringate le spiegazioni di Easyjet, che in un comunicato ha parlato di interesse per «alcuni beni di una ristrutturata Alitalia».
Preoccupati i sindacati, con in testa il Segretario Generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, che annuncia: «non svenderemo compagnia e dipendenti». Reputando «inadeguata» l’offerta di Lufthansa, Capone sottolinea che «l’ipotesi tedesca non andrà a migliorare la compagnia nella sua totalità ma mira ad alleggerirla dei suoi dipendenti fissi e stagionali», essendo  «un ennesimo fallimento per il nostro Governo che dovrebbe puntare ad una nuova Alitalia, senza compromettere o sacrificare i suoi dipendenti, visti anche gli investimenti che, in questi ultimi mesi, sono stati fatti per salvare la compagnia».
Mentre i commissari si apprestano ad analizzare le offerte, in vista di una negoziazione – tutta in salita – per la salvaguardia dei livelli occupazionali e dell’unitarietà aziendale, il Governo si barcamena prorogando dal 5 novembre al 30 aprile il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse e stanziando nel Dl fisco 300 milioni di euro per consentire il salvataggio di Alitalia.
Nel clima di incertezza e preoccupazione non certo nuovo per i dipendenti dell’ex compagnia di bandiera, si punta intanto l’attenzione sull’appuntamento previsto per domani alle 18 al ministero del Lavoro: sul tavolo, la proroga della cigs per 1.230 dipendenti di terra e 570 di volo.