I numeri parlano chiaro: dei circa 1,2 milioni di giovani che in tutta Italia hanno aderito al programma “Garanzia Giovani” – avviato nel maggio del 2014 e rivolto a quelli tra i 15 ed i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in nessun percorso formativo (Neet) – solo 172 mila risultano occupati.
Questi i risultati registrati al 30 giugno 2017, secondo i dati presentati dall’assessore al Lavoro della Regione Toscana, Cristina Grieco, in qualità di Coordinatrice delle regioni che vi hanno aderito nel corso dell’incontro sulle performance e le prospettive dello stesso programma, svoltosi ieri all’Europarlamento.
L’andamento non eccezionale è stato imputato dagli intervenuti alla conferenza, tra rappresentanti della Commissione Ue, delle Regioni e europarlamentari, principalmente alle difficoltà registrare nella sua applicazione soprattutto nelle Regioni del Sud. Ma anche a problemi di comunicazione che non hanno consentito di raggiungere e coinvolgere i giovani che più ne avrebbero bisogno di entrare nel mondo del lavoro, ovvero quelli delle periferie e della fasce sociali più emarginate.
Andando nel dettaglio, 968 mila (l’80%) soggetti sono stati presi in carico dai servizi per l’impiego, a oltre 513 mila è stata proposta almeno una misura, 380 mila hanno svolto una o più attività. Almeno gli iscritti al programma sono saliti dai 355 mila del dicembre 2014 ai 900 mila di fine 2015 fino agli 1,2 milioni di oggi. Il 45% di coloro che ha concluso almeno un percorso formativo ha trovato poi lavoro. Mentre i tempi di “presa in carico” degli aderenti da parte dei servizi per l’impiego sono scesi progressivamente fino a 2 mesi per l’80,8 per cento dei giovani. Inoltre, è stato impiegato l’88,1% delle risorse programmate insieme all’Ue (circa 1,5 miliardi) per ridurre il numero dei Neet, cioè giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, né lavorano né seguono programmi di formazione.