di Caterina Mangia

Dura vita per le donne, lo confermano tutti gli indici. Oltre al differenziale retributivo con gli uomini, di cui ha parlato recentemente anche il numero uno del Fmi, Christine Lagarde, oltre alle dimissioni in bianco e alla difficilissima conciliazione vita-lavoro, per il gentil sesso è anche più difficile accedere a incarichi elettivi, in questo caso quello di sindaco.
Secondo una rielaborazione effettuata dall’Adnkronos dei dati Istat, infatti, soltanto il 14,1 per cento dei primi cittadini è donna; tra le fasce tricolore “rosa”, due su tre sono al Nord, con un picco in Emilia Romagna, che registra un pur sempre misero 21,2 per cento, mentre la maglia nera va alla Campania, che ha soltanto il 5 per cento di sindache. Inoltre, più le città sono grandi, più diminuisce la probabilità che vengano amministrate da “prime cittadine”: nelle amministrazioni che contano oltre 15mila abitanti, la percentuale si attesta intorno all’11,5 per cento, per toccare un misero 3,9 per cento nel Meridione.
Anche se le donne vivono un presente difficile, potrebbe essere loro il futuro: una classifica Robohub ha messo in luce l’attività di 25 donne, pioniere della robotica, di cui fa parte anche l’ex ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, sottolineando la loro capacità di guardare lontano, al di là degli schemi.
Nonostante la grande capacità di visione femminile, rimarcata dalla classifica delle ricercatrici, il numero di donne che hanno conseguito un’influenza rilevante nel settore è ancora scarso: insomma, nel campo robotico come negli altri, le donne hanno un grande potenziale, troppo poche opportunità.