Fa un certo effetto ascoltare il presidente del Fmi, Christine Lagarde, di “riduzione delle disuguaglianze” . Certamente lo fa a modo suo ma probabilmente qualcosa nel mondo occidentale sta cambiando, forse sta nascendo una maggiore consapevolezza sociale a fronte di un impoverimento del ceto medio dilagante.
Sostiene Lagarde: “Il modo più efficiente per ridurre le disuguaglianze nel mondo?
Ridurre le differenze di genere sarebbe di gran lunga più efficiente che tassare di più i ricchi”. E questo per lei sarebbe valido ovunque “sia che si parli di Paesi sviluppati, emergenti o in via di sviluppo”.
Sottolinea anche la follia di questo stato di cose, e giustamente da donna, affermando che “è una follia” sia che si parli di accesso al mercato del lavoro sia di accesso ai finanziamenti sia di differenziale di genere per le retribuzioni. Insoma, aggiungeremmo noi, una vera e propria vergogna.
Il che non vuol dire, e questa è un’altra notizia, che tassare di più le classi abbienti non porterebbe risultati, ma che bisogna essere strategici e fare precise scelte politiche, ovviamente ogni Paese è libero di scegliere quali.
Ma è per Lagarde incontrovertibile che “la riduzione delle eccessive disuguaglianze nei nostri Paesi sosterrebbe la crescita”. Concentrarsi sulle donne in tutte le economie del mondo aiuterebbe “significativamente”.