Se Macron è il futuro dell’Ue, in vista del naturale declino politico della Merkel, siamo tutti avvisati: ieri in Francia era giornata di sciopero nazionale e unitario dei dipendenti pubblici contro le riforme del neo presidente che ha visto scendere in piazza 209.000 persone. Sono queste le cifre date dal ministero dell’Interno, mentre i sindacati sostengono che in piazza c’era più del doppio delle persone, quasi  450.000 (sia l’una che l’altra cifre impensabili in Italia).Il corteo partito da place de la Republique si apriva con uno striscione con su scritto: “Per una funzione pubblica di progresso sociale, per l’aumento del potere d’acquisto, per il pubblico impiego”. Insomma, Italia e Francia unite nello stesso disagio. Ma le similitudini non finiscono qui.
Philippe Martinez, numero uno della Cgt, principale sindacato transalpino, ha affermato: “Già non ci sono sufficienti dipendenti e ne vogliono tagliare degli altri”, aggiungendo che i funzionari vengono “spesso trattati da nullafacenti e approfittatori”, hanno “bisogno di rispetto”. Ma come, la Pubblica amministrazione francese non era migliore, più efficiente, della nostra? Anche lì i dipendenti vengono bollati come ‘furbetti’?
Ecco che cosa prevede la ‘cura Macron’, e almeno in questo l’Italia potrà dire di aver fatto scuola: un taglio di 120.000 posti di lavoro e il congelamento degli stipendi.
In serata Macron si trovava a Francoforte, in qualità di ospite d’onore all’inaugurazione della 69/ima edizione della Buchmesse di Francoforte, evento dedicato ai libri più importante d’Europa e del mondo. Ad accoglierlo la cancelliera Angela Merkel, che ha tenuto un discorso, sottolineando l’importanza del legame culturale nell’amicizia franco-tedesca, nonostante controversie e guerre del passato. “La cultura è lo strumento per costruire legami sociali”, ha detto poi Macron. “Un bambino ben istruito da una famiglia felice non va da Isis”.
Chissà quale legame sociale pensava di costruire lo stesso Macron quando, in una visita in Corrèze, nella Francia centrale, rivolgendosi agli operai in sciopero ha detto: “Farebbero meglio a cercarsi un lavoro”. Qualcuno, anche sui nostri quotidiani di sinistra, l’ha definita una ‘gaffes’, ma un uomo come, lui non può sbagliare quando sceglie le parole per esprimere determinati pensieri.