Chissà quale delle due può essere considerata la notizia più sorprendente: la prima è che con la crisi sono sempre di più ‘infra diciottenni’ che si rivolgono agli psicologi, “le richieste sono tante”, dice il presidente dell’Ordine degli piscologi, Fulvio Giardina, in occasione della presentazione a Roma della giornata nazionale della psicologia, in programma il prossimo 10 ottobre.
La seconda è che, proprio in ragione dell’aumento delle richieste di aiuto da parte degli ‘infra diciottenni’, l’Ordine sta pensando di cambiare il codice deontologico, affinché anche un sedicenne possa accedere all’assistenza psicologica in modo autonomo senza il previo consenso dei genitori, condizione attualmente obbligatoria.
Sono davvero allarmanti le parole di Fulvio Giardina: “Il Paese ha attraversato e sta superando un momento di crisi fortemente depauperante. La più grossa crisi dal dopoguerra. Nei nostri studi abbiamo notato che vi è una riduzione delle patologie classiche. Quelle che, tra gli anni ’70 e ’90 caratterizzavano la presenza dei pazienti. Oggi prevale la sofferenza intermedia, il disagio momentaneo”. Si è creata “una forte criticità legata alle famiglie, al rapporto tra genitori e figli. Un genitore preoccupato di arrivare alla fine del mese può avere meno attenzione ai problemi che il figlio pone. E noi ce ne accorgiamo dal numero di richieste di accesso agli studi da parete dei giovani”.
Le conseguenze sono facili da capire: anche i genitori hanno bisogno di aiuto. “Osserviamo, infatti, un aumento delle richieste, sempre dell’ordine del 30%, delle persone tra i 50 e 60 anni”, aggiunge il presidente degli psicologi. Sono uomini e donne particolarmente provati dalla crisi, all’incapacità di potersi ricollocare “in un contesto di nuovi progetti”. A 50 anni è difficile riorganizzare la vita e quando il passaggio diventa obbligatorio rivolgersi ad uno specialista.