In controtendenza rispetto alla narrazione dei bamboccioni italiani, il Rapporto dell’Osservatorio nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca “La nuova via della Cina”, presentato oggi al Miur dalla Fondazione Intercultura con Ipsos, svela che lo studio del cinese oltre che dalle scuole è promosso dagli alunni. Sempre più scuole italiane insegnano il cinese: sono 279,  l’8% del totale, per un totale di circa 17.500 gli studenti coinvolti.   Questi ultimi sono per lo più negli Istituti di istruzione superiore, licei, soprattutto nelle scuole con più di 40 classi, e si trovano nel nord Italia per una percentuale del 46%.
Da un sondaggio svolto su 501 ragazzi di 14-19 anni emerge che, tra chi considera lo studio delle lingue fondamentale per il proprio successo professionale (46%), il cinese è al secondo posto (10%), subito dopo l’inglese (29%) ma prima di spagnolo (7%) e tedesco (6%). Se gli studenti dovessero scegliere una lingua orientale da imparare, il 32% opterebbe per il cinese (21% nel 2006). In generale gli studenti sono attratti dalla Cina – che definiscono potente (70%) ma poco aperta e democratica – e soprattutto dall’ambito tecnologico e dell’innovazione (38%); il 70% pensa che la sua influenza in Italia aumenterà nei prossimi 5-6 anni e già oggi il suo peso economico è ritenuto molto rilevante (55%).