di Caterina Mangia

Lavoratori, sindacati e cittadini in piazza a Barcellona dopo la giornata di ‘fuoco’ del 1° ottobre, che ha visto svolgersi il referendum sull’indipendenza catalana.
CGT, IAC, Intersindical CSC e CS hanno indetto uno sciopero generale per “lottare contro la repressione e per le libertà”, in protesta dunque con il ferimento di 840 persone a seguito delle cariche della polizia spagnola nella giornata del voto. Persino la Sagrada Familia resterà chiusa, mentre, tra gli altri, incroceranno le braccia i dipendenti del porto di Barcellona, dell’Università, quelli del comparto trasporti. Anche la squadra di Calcio Barcellona ha deciso di azzerare gli allenamenti e di aderire allo sciopero.
Intanto, l’Ue, rimasta a lungo senza commentare, rompe timidamente il silenzio sulle vicende iberiche: il referendum sull’indipendenza della Catalogna “è illegale”, bisogna passare dallo “scontro al dialogo”, perché la violenza non è accettabile, ha detto il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas da Bruxelles, mentre il presidente del Consiglio europeo Dondald Tusk ha sollecitato con un Tweet il premier spagnolo Mariano Rajoy, a trovare “il modo di evitare un’ulteriore escalation e l’uso della forza”.
Il capogruppo del Ppe Manfred Weber ha preso le difese di Rajoy: il primo ministro “sta difendendo lo Stato di diritto”, e svolge “il lavoro di tutti quelli che hanno responsabilità di governo”, ha detto in conferenza stampa a Strasburgo, mentre l’eurodeputato dell’Ukip Nigel Farage, in plenaria al Parlamento europeo, ha sottolineato la propria incredulità rispetto al fatto che “Juncker oggi non faccia menzione di ciò che sta succedendo in un Paese membro dell’Ue”. “Ho sempre detto che l’Ue è anti democratica – ha aggiunto nel suo intervento – ma non avrei mai, mai creduto di vedere la polizia di uno Stato membro dell’Ue ferire 900 persone nel tentativo di impedire loro di votare”.
“Noi teniamo all’unità Costituzionale spagnola – è il commento di Angelino Alfano, ministro degli Esteri – e siamo a favore dell’iniziativa che il presidente Rajoy sta portando avanti per tentare di chiamare tutte le parti in causa al dialogo politico. Chiediamo di evitare la violenza”.
Più acceso il commento del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, intervistato da Radio Cusano Campus: “Mi dicono che sono estremista, populista, xenofobo e pericoloso e poi l’Europa bella e democratica del Partito Popolare manda la polizia a manganellare gli anziani a Barcellona. C’è qualcosa che non funziona.  Io non sto con i violenti, se qualcuno reprime con la violenza, con i proiettili di gomma, con i manganelli, una libertà di scelta io non sto da quella parte. Poi col governo catalano sipuò essere o meno d’accordo”.