di Annarita D’Agostino

Prove di bon ton alla vigilia del vertice Italia-Francia di Lione sulla vicenda Fincantieri-Stx: dopo l’ottimismo espresso dall’Eliseo “sul fatto che ci sarà un accordo che converrà alle due parti”, oggi è Paolo Gentiloni a dichiarare che ci sono “le premesse” per “portare a un accordo che tenga conto dei nostri interessi legittimi e allo stesso tempo di quelli della Francia”. E’ dunque dato ormai per certo che proprio domani, a Lione, i due presidenti, Paolo Gentiloni ed Emmanuel Macron, annunceranno il raggiungimento dell’accordo.
Intervistato dal quotidiano francese Le Figarò, Gentiloni ha spiegato che “l’esame di una alleanza nelle costruzioni navali è ben avviata. C’è l’ambizione fondamentale dal punto di vista strategico, di costruire un grande ‘player’ globale nel settore navale. L’accordo sui cantieri è una prospettiva a breve termine. Costruire un grande polo civile e militare non è cosa che si fa in un giorno. Si lavorerà quindi con scadenze di tempi differenti”.
Il riferimento è ai diversi ‘capitoli’ nei quali si articolerebbe l’alleanza italo-francese nell’industria navalmeccanica: il primo è quello della realizzazione dell’ “Airbus dei mari”; il secondo riguarda invece la collaborazione nel settore militare, più complessa e quindi con tempistiche più lunghe. Ma già domani dovrebbero essere definiti i singoli temi e i vari dossier da affrontare.
Secondo indiscrezioni di stampa, con l’intesa Fincantieri acquisirebbe il controllo dei cantieri Stx France di Saint-Nazaire, con un pacchetto azionario superiore al 50%, in cambio di garanzie sui livelli occupazionali e della salvaguardia del know how dal rischio di trasferimento verso la Cina.
Insomma, pace è fatta e all’intesa mancano solo le firme. Con l’auspicio che il governo sappia difendere gli interessi nazionali. Sul serio.

L’altra partita: Tim-Vivendi
Sulla vicenda Tim-Vivendi è al lavoro un comitato tecnico che “a breve” elaborerà le sue conclusioni sulla ‘Golden power’, la norma che attribuisce allo Stato poteri speciali di intervento nei processi sugli assetti societari delle imprese operanti in settori strategici e d’interesse nazionale. Al momento il governo non ha ancora deciso se attivarla o meno.
La questione Tim-Vivendi, spiega Gentiloni, è “una partita tra gruppi privati. Ogni Paese ha le sue leggi e i gruppi privati le devono rispettare. E’ chiaro che né Macron né io decidiamo della televisione o delle reti di comunicazione private nell’altro Paese”.