Di Cecilia Pocai

 

Lavorare sui treni e sui mezzi pubblici ormai fa paura. Negli ultimi mesi le aggressioni a autisti, macchinisti, operatori e capitreno sembrano all’ordine del giorno.

L’ultima è avvenuta a Prato dove una capotreno e un capostazione sono stati aggrediti da due giovani donne che erano state trovate senza biglietto sul regionale partito da Firenze. Un episodio che ha costretto i sindacati ad una nuova azione di forza, proclamando uno sciopero dei treni regionali per la giornata di oggi che ha creato non pochi problemi alla viabilità. Le organizzazioni sostengono che “le misure messe in atto” risultano “insufficienti a togliere dall’isolamento in cui si trova chi svolge queste attività, sprovvisto degli strumenti ed il supporto necessari per affrontare le violenze personali, fisiche o verbali che siano, che troppo spesso li colpiscono”.
Ma l’elenco è ancora lungo. Ieri, si è verificata un’altra aggressione ad un capotreno, nella stazione di Figline, sempre in Toscana. Le prime informazioni parlano di un viaggiatore, forse ubriaco, che avrebbe aggredito a parole e poi spintonato la vittima.
Qualche settimana fa, invece, un macchinista e il capotreno del regionale Verona-Bolzano sono stati aggrediti alla stazione di Ala dopo che avevano chiesto i biglietti a dei giovani che volevano salire sul treno. Il 21 agosto, a bordo di un treno della direzione regionale Liguria di Trenitalia, nella stazione di Monterosso, è stata aggredita una lavoratrice dell’impianto di personale viaggiante di La Spezia. Sempre ad agosto, un addetto ai servizi di sicurezza ed assistenza alla clientela di Trenitalia è stato aggredito all’altezza della stazione di Barletta.
E anche sui mezzi cittadini la situazione non cambia. Qualche giorno fa, quattro autisti dell’Amt a Catania, sono stati aggrediti in piazza Borsellino. Altra vicenda a Parma e a Genova. Sempre a settembre, tre autobus Atac sono stati danneggiati da sassi lanciato contro i vetri, sia laterali che frontali tra via luigi Candoni e via Isacco Newton, in zona Muratella e Magliana.
I sindacati degli autoferrotranvieri e ferrovieri chiedono più sicurezza e nell’untimo incontro avuto al Viminale hanno avanzato numerose proposte tra cui – si legge nella nota congiunta – il “daspo trasporti per chi aggredisce fisicamente lavoratori della mobilità e passeggeri, un aggiornamento del regolamento di polizia ferroviaria, in modo da rendere il suo intervento più efficace, il riconoscimento del ruolo di pubblico ufficiale per tutti i ferrovieri e gli autoferrotranvieri a contatto con la clientela, e l’istituzione di un numero unico (tipo 112) per segnalare in tempo reale gli episodi di violenza nei settori della mobilità”.