Oggi il Corpo della Polizia Penitenziaria festeggia il suo bicentenario. Ma le radici delle criticità che ostacolano nel quotidiano il lavoro degli agenti trovano terreno fertile proprio in questi duecento anni di storia: carenza d’organico e sovraffollamento delle carceri sono le due emergenze croniche per le quali da anni si battono i sindacati. Non ci sarebbe proprio nulla da festeggiare visto le forti penalizzazioni che è costretto ad incassare il comparto. Recente è l’ennesimo
richiamo all’Italia racchiuso nel rapporto stilato dal Comitato prevenzione tortura del Consiglio d’Europa sulle condizioni delle carceri.
Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, in occasione della cerimonia alle Terme di Caracalla mostra fiducia: “In questi anni abbiamo fatto dei passi in avanti notevoli, non solo per ridurre il sovraffollamento ma anche per allineare il corpo di polizia penitenziaria come progressione di carriera agli altri corpi di polizia. Abbiamo recentemente assunto diverse centinaia di unita’ di agenti e con questo sforzo sappiamo che abbiamo soltanto colmato in parte le difficolta’ che ancora segnano la vita delle carceri”. Dal Quirinale arriva il sostegno di Mattarella “Nell’esercizio dell’attivita’ di vigilanza, spetta alla Polizia Penitenziaria il difficile compito di far fronte alle situazioni di sofferenza e di disagio proprie della realtà carceraria, compito assolto, grazie all’abnegazione ed alla non comune professionalita’ degli appartenenti al Corpo, pur a fronte delle innegabili criticita’ del sistema carcerario”.