di Claudia Tarantino

Non abbiamo ancora archiviato l’emergenza incendi ed il razionamento delle risorse idriche che hanno caratterizzato l’estate appena trascorsa, che ci troviamo già ad affrontare le criticità della nuova stagione: nubifragi, alluvioni, inondazioni.

Così, dopo mesi trascorsi a lamentarsi dell’afa, della siccità e della mancanza d’acqua, ecco che nella prima decade di settembre è già caduta il 127% in più della pioggia attesa in questo periodo, che si è abbattuta violentemente sui terreni resi aridi dal clima rovente dei mesi precedenti.

Le precipitazioni – come spiega anche Coldiretti – “per poter essere assorbite dal terreno” devono “cadere in modo continuo e non violento”. Quando invece la ‘portata’ è eccezionale, come nel caso degli acquazzoni, si moltiplicano i pericoli di frane, alluvioni e smottamenti e si aggravano i danni.

Per l’associazione “siamo di fronte al moltiplicarsi di eventi estremi per la tropicalizzazione del clima con l’alternarsi di caldo anomalo, siccità, grandinate, precipitazioni violente e bombe d’acqua che il terreno non riesce più ad assorbire per colpa del consumo di suolo”.

Ma l’Italia non è il solo Paese a patire la furia del maltempo: analizzando i dati del National Climatic Data Centre, che registra le temperature mondiali dal 1880, sempre la Coldiretti fa notare che il ciclone soprannominato ‘Maria’, abbattutosi sui Caraibi con una forza spaventosa, è “l’ultimo della serie anomala di uragani dopo una estate 2017 che è stata a livello planetario la terza più calda di sempre, con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 0,81 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo”.

Anzi, “nel ventunesimo secolo le temperature annuali hanno fatto segnare per ben cinque volte il record: nel 2005, 2010, 2014 e 2015 e nel 2016 che è tuttora l’anno più caldo di sempre”.

Tornando al nostro Paese, la drastica svolta che il meteo ha avuto fin dall’inizio di settembre ha riguardato soprattutto il centro Italia, con la caduta addirittura di più del triplo di acqua rispetto alla media (+222%) ed in misura minore il Nord (+127%) ed il Sud (+19%) della Penisola.

Per Codiretti “un modello di sviluppo sbagliato”, che ha provocato “un’irresponsabile scomparsa di oltre un quarto della terra coltivata (-28%) negli ultimi 25 anni in Italia, dove sono rimasti appena 12,8 milioni di ettari superficie agricola utilizzata” è alla base dei disastri portati dal maltempo.

Secondo l’associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, infatti, “l’Italia affoga perché la superficie agricola e forestale ha raggiunto il minimo storico per colpa della cementificazione e dell’abbandono” che hanno reso il nostro Paese più debole rispetto al rischio di frane e alluvioni, “esponendo tutto il territorio, a partire dalle città, alle conseguenze devastanti dei cambiamenti climatici”.