Le vie delle cielo sono infinite, anche sul versante della contrattazione collettiva, da sempre un argomento alquanto spinoso e fonte di innumerevoli polemiche, sia in ambito sindacale che fra le stesse Compagnie aree. Sono due le novità destinate a fare rumore. La prima è la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea, secondo la quale il tribunale competente in materia di lavoro è quello del Paese dove si è assunti. Il caso investe direttamente Ryanair, la quale ha sempre considerato come tribunale competente quello irlandese e non, di volta in volta, quello italiano, francese, tedesco, polacco. Soltanto a Ryanair, stima la banca Hsbc, la sentenza potrebbe produrre un innalzamento dei costi del 15%. Tutte da verificare quelle che saranno le reazioni del numero uno, Micheal O’Leary, sempre spumeggiante nelle sue dichiarazioni. Quasi anticipando la sentenza, un’altra Compagnia low cost, la Norwegian, ha invece sottoscritto un accordo collettivo con i sindacati italiani, in linea con quelli che sono i contratti collettivi già applicati da altri vettori nostrani; l’intesa, nello specifico, riguarda il cosiddetto segmento dei voli a corto raggio. Un segnale significativo che potrebbe/dovrebbe estendersi pure ad altri settori produttivi, si pensi, ad esempio, al trasporto su strada, dove è forte la concorrenza sleale di aziende basate in altri Paesi dell’Unione europea.