“Ora è il momento di costruire una Unione europea più integrata con l’occhio al 2025″. E’ più che ottimista Jean Claude Juncker, presidente della Commissione europea nel suo ‘discorso sullo stato dell’Unione al Parlamento europeo’ riunito oggi a Strasburgo. Ma tutto il suo entusiasmo non basta ad allontanarci da una realtà che vede la crisi ancora come protagonista indiscussa dell’Europa come prospettive di lavoro e di vita sempre più precarie per lavoratori e famiglie.
“Sono stati creati 8 milioni di nuovi posti di lavoro e 230 milioni di europei lavorano, più di quanti fossero prima della crisi” ha precisato Junker ‘distatto’ dai venti dell’ottimismo.
Molteplici i temi trattati nel suo discorso: programma commerciale e industriale, cambiamento climatico, Brexit, terrorismo e cyber security. Non è mancato il plauso all’impegno dell’Italia sul fronte migranti e un passaggio relativo al caso del momento: i vaccini “Non è ammissibile che – ha precisato – dei bambini muoiano per malattie che dovrebbero esser scomparse. In Romania e in Italia devono avere accesso ai vaccini senza condizione alcuna. Non ci devono essere morti evitabili nella nostra Europa”. Per quanto riguarda il tanto discusso ingresso della Turchia nell’Unione, Junker ci ha tenuto a precisare: “Durante questo mandato non ci sarà nessun nuovo ingresso, quindi neanche la Turchia entrerà nel breve periodo”
Ma l’aspetto più importante del suo discorso resta la proposta legata alla figura di un presidente unico della Commissione e del Consiglio europeo, finora organi distinti a rappresentare le due anime dell’Europa: la Commissione come espressione delle istituzioni di Bruxelles e il Consiglio a rappresentare gli Stati membri. Un presidente che, inoltre, Junker immagina eletto in liste transnazionali e quindi di fatto avente il ruolo di capo di Stato.
Ma in un contesto già alquanto precario e frammentato, in questo modo, si andrà solo ad accentuare il centralismo di Bruxelles.