Enrico Doddi incatenato dal 31 agosto davanti alla sede della Securpol

Enrico Doddi incatenato dal 31 agosto davanti alla sede della Securpol

Stamattina, appena arrivati a Fiumicino dal viaggio in Argentina, la solidarietà del segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, e del segretario nazionale Ugl Chimici, Luigi Ulgiati. In tanti sono stati in questi giorni a voler dimostrare la propria vicinanza ad Enrico Doddi, segretario nazionale dell’Ugl Sicurezza civile, che ha scelto una forma di protesta estrema per essere al fianco dei propri lavoratori: incatenarsi, il 31 agosto, davanti alla sede della Securpol a Fiumicino e iniziare uno sciopero della fame.
In tanti sono stati in questi giorni, dai più alti vertici della Confederazione ai segretari  nazionali di categoria fino ai rappresentanti territoriali dell’Ugl a far sentire la propria vicinanza a Doddi.
Ben 1500 sono i dipendenti che non prendono lo stipendio da 3 mesi; niente tredicesima e nessun rimborso nel 730. In questi tre mesi l’Ugl Sicurezza civile si è battuta, sollevando mari e monti, per ottenere risposte certe sul futuro dei lavoratori e della Securpol. Ma fino ad oggi niente da fare, 1500 persone più le rispettive famiglie, arrivando così a quasi 5000 persone, vivono nella disperazione più totale, nell’impossibilità di onorare gli impegni familiari, a causa del crack finanziario dell’istituto.
“Vogliamo capire – spiega Doddi – se c’è davvero un futuro per la Securpol Group che nel frattempo si sta svuotando di servizi. I dipendenti, infatti, essendo senza stipendio, non possono andare a lavorare perché non hanno soldi né per pagarsi la benzina né i mezzi pubblici, tantomeno le spese familiari. Vogliamo sapere la verità per metterci subito alla ricerca di alternative. Non abbiamo tempo da perdere, la disperazione continua a montare”.
Domani una delegazione dell’Ugl Sicurezza civile sarà ricevuta dal ministero degli Interni, “sia chiaro però – sottolinea Doddi – che non intendo fare un passo indietro sia rispetto alla mia protesta davanti alla sede della Securpol sia rispetto allo sciopero della fame senza una vera soluzione. Una prima riposta può arrivare dal Tribunale di Civitavecchia che attraverso lo sblocco dei conti può consentire ai lavoratori di tornare a lavorare e di portare il pane a casa. Non ci sono solo 1500 persone disperate in questo momento, ma quasi 5000 se contiamo le rispettive famiglie”. Inaccettabile per il sindacalista “il silenzio dell’azienda e di gran parte della politica nazionale e locale di fronte a questa gravissima situazione”.
Sostegno alla battaglia dell’Ugl Sicurezza Civile anche dall’Ugl Roma, che con la responsabile Daniela Ballico dichiara: “Domani saremo in piazza con i lavoratori della Securpol e continueremo a dare il nostro pieno sostegno alla categoria in tutte le iniziative che metterà in campo, combattendo insieme a loro per tutelare i diritti di chi lavora”.