Il prosecco farebbe male ai denti a causa della sua elevata acidità. L’accusa lanciata dai quotidiani inglesi Daily Mail e Guardian ha scatenato in questi giorni una vera e propria battaglia a difesa del marchio made in Italy.
La notizia era stata lanciata qualche giorno fa dal Mail online che per dare supporto alla sua teoria aveva raccolto le dichiarazioni di alcuni dentisti. Il Guardian, dal canto suo, con un commento a firma di Zoe Williams, aveva elencato le ragioni per “evitare il Prosecco” partendo proprio dalla necessità di preservare il proprio sorriso.
Immediati i commenti a tutela del marchio nostrano sia da parte degli utenti, sul sito Londra Italia, che delle istituzioni. Su twitter il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, ha scritto: “Caro Guardian, di’ la verità: il Prosecco fa sorridere anche gli inglesi! Stop fake news grazie”.
Si scatena anche la Coldiretti che accusa: “Con la Brexit si rafforza lo spirito protezionista della Gran Bretagna e il quotidiano The Guardian attacca con fake news il Prosecco che è il vino più apprezzato dai britannici che vantano un record di 40 milioni di litri stappati solo l’anno scorso”.
“Le affermazioni della stampa inglese – ha detto all’Ansa Stefano Zanette, presidente della societa’ Sistema Prosecco scarl che rappresenta i tre Consorzi di tutela del Prosecco – si commentano da sole dal punto di vista tecnico, evidentemente parlare di prosecco, in qual modo lo si faccia, serve ai giornali per far vendere più copie o fare più click sui siti”.
Davanti a tante critiche, è stato solo il Times a farci le proprie scuse. In un ironico editoriale dal titolo “Antisecco”, il quotidiano ha criticato la strategia di denigrare i prodotti stranieri ed elenca i grandi simboli italiani paragonandoli ai piuttosto scarsi corrispettivi nel Regno Unito. “Dobbiamo iniziare a perorare la causa che Puccini e Verdi non possono competere con Cliff Richard”, si legge sul giornale. E ancora: “Per quanto riguarda le cosiddette glorie di Venezia, Siena, Firenze e Roma, tutta quella pubblicità è semplicemente uno stratagemma per dissuadere i turisti dal visitare Smethwick, Slough e Grimsby”. Il giornale conclude affermando che forse è meglio affinare questa ‘strategia’ se la Gran Bretagna vuole veramente essere competitiva all’estero dopo la Brexit.