di Annarita D’Agostino

La ricerca del lavoro diventa un business e traina la crescita del comparto Servizi. Nel secondo trimestre del 2017, l’Istat segnala che l’indice destagionalizzato del fatturato dei servizi aumenta del 2,7% sull’anno e dello 0,7% rispetto al primo trimestre 2017, “consolidando i segnali espansivi registrati nei trimestri precedenti”. Ed è l’area delle attività di ricerca, selezione e fornitura di personale a fare il boom, con un aumento del 24,9% sull’anno.
Crescono anche i settori delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+2,5%), delle agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+1%), del commercio all’ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (+0,8%), del trasporto e magazzinaggio (+0,7%) e dei servizi di informazione e comunicazione (+0,1%). Ma “la crescita maggiore mai registrata dall’Istat” dal 2001, anno di avvio di queste serie storiche, è proprio quella dei centri per l’impiego e agenzie interinali.
Quindi, la disoccupazione fa fatturato, ma qualcosa non torna: evidentemente se i tassi restano alti, con picchi drammatici fra i giovani, il sistema funziona male, e ciò riporta all’ordine del giorno la necessità di investimenti strutturali sui centri per l’impiego, per renderli davvero capaci di essere punto di incontro fra domanda e offerta di lavoro. Altrimenti, continueremo a trovarci nella situazione paradossale di fatturati record per chi cerca e seleziona i lavoratori e milioni di lavoratori in cerca di chi li selezioni o ne favorisca la riqualificazione.