di Claudia Tarantino

Finalmente il Governo sembra essersi reso conto che per bloccare l’enorme flusso di immigrati verso l’Italia occorre fare accordi con i Paesi di partenza, come d’altronde sostenuto da tempo dall’Ugl e come dimostrano i primi risultati della cooperazione tra Italia e Libia sui flussi migratori.

Se, infatti, il premier Gentiloni, ha potuto portare all’Eliseo, al vertice tra Francia, Germania, Italia e Spagna, allargato ai leader di Libia, Niger e Ciad, un “perfetto esempio” di come andrebbe gestita l’emergenza immigrazione, è proprio grazie ad un nuovo approccio alla questione, che vede i Paesi europei impegnati a “sostenere lo sviluppo in Africa”, ad accrescere la “capacità di controllo delle frontiere” e a “mettere in crisi il modello di business dei trafficanti”.

Dal summit francese, se non altro, è emersa la volontà comune di una maggiore cooperazione per gestire i flussi e contrastare la lotta al traffico degli esseri umani.

Anche se nelle dichiarazioni dei leader presenti sono state ripetute continuamente parole come ‘cooperazione’, ‘collaborazione’, ‘condivisione degli sforzi’, ‘strategia comune’, è stato il commento della leader tedesca ad essere quanto mai calzante: “Visto che non c’è solidarietà reale, – ha affermato la Merkel – dobbiamo trovare nuove soluzioni”.

Il nodo della questione, infatti, resta quello della revisione degli accordi di Dublino che prevedono la permanenza dei migranti nei Paesi in cui sbarcano in attesa della verifica dello status di rifugiato.
Un sistema che finora ha mostrato tutti i suoi limiti, soprattutto per il nostro Paese che è, insieme alla Grecia, quello maggiormente interessato dagli sbarchi e, quindi, messo in condizioni critiche dall’eccessiva presenza di migranti, tanto da non essere più in grado di gestirli adeguatamente.

La stessa Merkel ha ammesso che il ‘sistema Dublino’ “non offre soluzioni soddisfacenti”, in quanto “i Paesi cosiddetti d’arrivo sono sfavoriti” ma, al di là dei commenti e degli apprezzamenti al lavoro svolto dall’Italia, è arrivato il momento che la Ue trovi una via per ridistribuire il peso dell’arrivo dei migranti in tutti i Paesi.

Insomma, la questione dei migranti è una sfida che riguarda tutti, nessuno escluso.

Il compito del Governo, quindi, resta quello di riuscire a raggiungere un accordo a livello comunitario affinché gli altri Stati membri siano partecipi nella relocation dei migranti, altrimenti si rischia che il numero degli sbarchi divenga insostenibile e che tutte le problematiche connesse all’immigrazione restino irrisolte.