Trenta euro di multa per tutte le attività commerciali che non accettano pagamenti con carte di credito e bancomat tramite Pos, cioé il punto di pagamento elettronico. Ad annunciarlo è il viceministro dell’Economia, Luigi Casero.

Non si tratta di una novità ma solo l’attuazione di quanto previsto fin dal 22 dicembre 2015, con la legge di stabilità 2016. La lacuna della normativa precedente, che aveva dimenticato di prevedere le sanzioni, è stata colmata quindi dal nuovo disegno di legge presentato da alcuni senatori e recante “Disposizioni relative all’obbligo per i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, di dotarsi di adeguati strumenti di pagamento elettronici per pagamenti superiori ai 30 euro”. La misura introdotta (che dovrebbe entrare in vigore dal 30 settembre) nata con l’intenzione di contrastare l’evasione fiscale e restare al passo con l’Eurozona, ha suscitato numerose polemiche da parte delle categorie interessate, poiché, come espresso nell’istanza presentata anni fa al Tar del Lazio dal Consiglio nazionale degli architetti, alcuni la ritengono una norma vessatoria e costosa.

Sul piede di guerra, ad esempio, ci sono i benzinai che hanno margini molto bassi sull’attività e i costi delle commissioni per le transazioni rischiano di mangiare una buona fetta dei ricavi.

Gli unici a essere esentati dall’obbligo dei Pos dovrebbero essere alcuni professionisti con partita Iva che non sono a diretto contatto col pubblico: ad esempio gli avvocati di studi legali associati, che normalmente fatturano solo al proprio studio e poi vengono pagati attraverso bonifico. Questa trattativa per escludere qualche categoria preoccupa alcune associazioni di consumatori che temono ennesimi rinvii: senza sanzioni la sola protesta che può accampare un consumatore è andarsene senza pagare e lasciare i propri dati per pagare quando l’esercente o il professionista saranno dotati di Pos.

Un altro tema, sollevato da Federconsumatori e Adusbef, riguarda l’eventuale rischio che i costi per dotarsi di Pos e per la gestione degli strumenti che ricevono pagamenti elettronici vengano scaricati sui clienti, i cittadini, noi. “La misura rappresenta un grande passo avanti in termini di tracciabilità dei pagamenti e lotta all’evasione, nonché un ampliamento ed un’agevolazione a favore del cittadino – affermano le due associazioni – La circolazione di meno contanti rappresenta, inoltre, un elemento di maggiore sicurezza, sia per il cittadino che per l’esercente. Ci auguriamo, però, che i costi ancora eccessivamente onerosi per dotarsi degli strumenti atti a ricevere pagamenti in moneta elettronica non siano scaricati in alcun modo sui prezzi e sulle tariffe”.