di Antonella Marano

Otto agosto 2017. L’Europa intera, ogni anno, in questa precisa data, riavvolge il nastro dei ricordi e si ferma al 1956. Sessantuno anni fa, nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio, le pagine di storia furono macchiate da un terribile incendio che costò la vita a 262 lavoratori, la maggior parte dei quali (136 per l’esattezza) erano emigranti italiani. Solo 12 lavoratori riuscirono a sopravvivere. Si trattò del primo grave incidente nel Vecchio Continente all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e, del terzo (per numero di vittime tra gli italiani all’estero) dopo i disastri di Monongah e di Dawson.

Dal 2011 nel nostro Paese è stata scelta proprio la data dell’otto agosto per celebrare la Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo. Per non dimenticare il dolore che ha segnato profondamento il mondo del lavoro e tutti i suoi diritti in quella miniera e per rimarcare, ancora una volta la necessità, di non arretrare di un metro nel momento in cui c’è da difendere la sicurezza e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici. La sicurezza nei luoghi di lavoro è un diritto-dovere e non basta una normativa per concretizzare la sua tutela è doveroso applicare le leggi, formare i lavoratori e prevenire i rischi a cui possono essere sottoposti nel quotidiano.

A rappresentare l’Italia nella cerimonia di commemorarazione odierna in Belgio è stato il sottosegretario agli esteri Vincenzo Amendola. Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ha voluto invece rivolgere un messaggio agli italiani che ancora oggi emigrano all’estero per cercare un’occupazione: “Il nostro pensiero è rivolto sia ai pionieri della nostra emigrazione, sia ai loro discendenti, ma ugualmente ai nuovi emigrati, che espatriano oggi in condizioni diverse anche se, molti di loro, sono spinti dagli stessi desideri e speranze. Come Fabrizia, Marco e Gloria che abbiamo perso a Berlino e a Londra, vittima la prima di un vile attacco di terrorismo, i secondi di una fatalità che forse si poteva evitare”.
Presenti in rappresentanza dell’Ugl, oggi a Marcinelle, i segretari confederali, Fiovo Bitti e Valentina Iori. Una ferita inguaribile quella legata all’8 agosto di sessantuno anni fa ma, per i sindacalisti “è anche un’esortazione per l’Europa di oggi. Per quegli italiani che, con sacrificio, lasciarono famiglie ed affetti alla ricerca di un futuro migliore abbiamo l’obbligo di tutelare la dignita’ del lavoro, che ancora oggi, in Europa e nel mondo, non e’ protetta da condizioni efficaci di sicurezza”.
Indispensabile condividere il pensiero del Capo dello Stato Sergio Mattarella che sintetizza in pieno il senso di questa commemorazione: “Generazioni di italiani hanno vissuto la gravosa esperienza dell’emigrazione, hanno sofferto per la separazione dalle famiglie d’origine e affrontato condizioni di lavoro non facili, alla ricerca di una piena integrazione nella societa’ di accoglienza. E’ un motivo di riflessione verso coloro che oggi cercano anche in Italia opportunita’ che noi trovammo in altri Paesi e che sollecita attenzione e strategie coerenti da parte dell’Unione Europea”.