di Claudia Tarantino

Il braccio di ferro tra Italia e Francia sul caso dei cantieri Stx di Saint Nazaire, nazionalizzati temporaneamente dal governo di Parigi dopo che Fincantieri ne aveva acquistato il 54,7% dal fallimento del proprietario coreano, è destinato a continuare per almeno altri due mesi, fino al 27 settembre, quando Paolo Gentiloni ed Emmanuel Macron si incontreranno al vertice di Lione e, probabilmente, si ritaglieranno uno spazio per affrontare la spinosa questione della governance dei cantieri.

L’incontro di ieri, infatti, tra il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, ed i ministri dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, si è chiuso con un nulla di fatto, perché ciascuno è rimasto fermo sulle sue posizioni. Da una parte l’Italia vuole che Fincantieri abbia la maggioranza del pacchetto azionario di Stx, come stabilito negli accordi precedenti, mentre la Francia non vuole andare sotto il 50% “per tutelare i posti di lavoro e la sovranità della compagnia”, ma si dice disposta a riconoscere al gruppo italiano la guida dei cantieri.

E’ una vicenda spinosa ma, al tempo stesso, strategica per le sue implicazioni politiche, militari e di business. Non dimentichiamo, infatti, che da un lato Fincantieri ha dalla sua parte commesse e know how, ma i francesi, dal canto loro, hanno grandi bacini che permettono di costruire navi di stazza ben maggiore rispetto a quelle italiane.

Il ministro Le Maire ha ‘tentato’ il governo italiano con la prospettiva di creare insieme ‘un Airbus navale’ campione mondiale del settore, civile e militare. La partita sul tema vale tantissimo: almeno 40 miliardi che potrebbero arrivare dalle gare in giro per il mondo. Ma, forse proprio per lo stesso motivo, l’Italia non si è lasciata ‘abbindolare’ e così la soluzione resta ancora distante, con Padoan che ha ribadito ancora una volta come non sia possibile “accettare una ripartizione 50 e 50: su questo rimarremo fermi”, mentre Calenda ha messo il paletto decisivo puntualizzando che “per creare un grande gruppo occorre fiducia reciproca e la premessa è raggiungere una conclusione che rispecchi nella sostanza gli accordi già presi su Stx”.

Tuttavia, anche se al momento le divergenze sono enormi, conviene comunque ad entrambi trovare una soluzione, perché il fallimento dell’alleanza italo-francese, tra le altre cose, avvantaggerebbe l’altro grande polo cantieristico europeo, quello tedesco Meyer Werft.