di Caterina Mangia

Alla luce dei nuovi canali di cooperazione tra la Svizzera e l’Italia, la Guardia di Finanza vuole fare luce sui nomi e cognomi dei beneficiari italiani di circa diecimila posizioni finanziarie – in particolare di polizze assicurative – con il Gruppo CreditSuisse, per un valore complessivo che sfiora i 6,7 miliardi di euro.
La richiesta, rivolta alle autorità fiscali elvetiche, fa seguito all’inchiesta per una presunta maxi-frode fiscale partita dalla Procura di Milano, che si è conclusa con un patteggiamento e con l’impegno da parte della società di versare 109 milioni di euro all’erario italiano: in particolare, secondo l’accusa la frode sarebbe avvenuta attraverso alcune polizze assicurative volte soltanto a permettere ai clienti di portare il denaro “lontano” dal fisco italiano.
Adesso si cerca di fare chiarezza su 9.953 posizioni finanziarie riguardanti altrettanti cittadini italiani, mentre in base a un’analisi effettuata insieme all’Agenzia delle entrate sono già stati individuati i titolari di 3.297 polizze. Le identificazioni già completate sono anche effetto della voluntary disclosure, ovvero della procedura che, come si legge sul sito dell’erario, “consente ai contribuenti che detengono illecitamente patrimoni all’estero di regolarizzare la propria posizione denunciando spontaneamente all’Amministrazione finanziaria la violazione degli obblighi di monitoraggio”. La maggior parte degli intestatari accertati era già destinataria di contestazioni degli uffici finanziari, che hanno avuto esito con la riscossione di circa 173 milioni di euro di imposte, sanzioni e interessi.
La speranza è che la vita sia sempre più difficile per i grandi evasori fiscali: con le cifre di cui abbiamo parlato sarebbero tanti gli asili, gli ospedali, gli interventi di Welfare che potrebbero sostenuti. Il Paese ne ha tanto bisogno.