Era il 19 luglio del 1992 quando, in via Mariano D’Amelio 21, furono assassinati Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Limuli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, uccisi dall’esplosione di una Fiat 126 parcheggiata dalla mafia sotto casa della madre del magistrato. Una delle pagine più nere della storia italiana. Una strage che, al di là della matrice mafiosa, ha ancora dei lati oscuri.
Oggi, a 25 anni dalla strage, Palermo ricorda il magistrato e la sua scorta. In città sarà presente il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, che sarà prima in via D’Amelio e poi alla scuola Falcone dello Zen. Proprio qui, alcuni giorni fa, la statua del magistrato ucciso il 23 maggio 1992 è stata oggetto di un atto vandalico da parte di sconosciuti. In città sarà presente anche la presidente della Commissione nazionale Antimafia, Rosi Bindi, che onorerà i magistrati tra le altre cose con un minuto di riflessione al Giardino della memoria di Ciaculli. Alle 16,58, orario della strage, via D’Amelio si raccoglierà in silenzio per ricordare il giudice, quindi alle 20,30 sarà la volta della fiaccolata tradizionale che attraverserà via Libertà, via Autonomia Siciliana e arriverà in via D’Amelio dove verrà deposto un tricolore.
“Paolo Borsellino non si è mai arreso – ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aprendo i lavori della seduta del Csm oggi dedicata al magistrato – non ha mai rinunciato a sviluppare il suo progetto di legalità anche quando era ormai diventato consapevole di essere vittima predestinata della mafia”. “Troppe – ha aggiunto – sono state le incertezze e gli errori che hanno accompagnato il cammino nella ricerca della verità sulla strage di Via D’Amelio, e ancora tanti sono gli interrogativi sul percorso per assicurare la giusta condanna ai responsabili di quel delitto efferato”.
A ricordare il magistrato sono intervenuti anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, e il presidente della Camera, Laura Boldrini. “ Borsellino – scrive Grasso sulla sua pagina Facebook – ha saputo, con la fermezza e la dedizione di un uomo innamorato del suo Paese, dare a tutti noi una grande lezione di coerenza e di senso del dovere. Il suo esempio è sopravvissuto all’esplosivo di Via D’Amelio, al tempo,
alle calunnie, ai pezzi di verità mancanti: vive e si rafforza nei gesti di chi, ogni giorno, si impegna per la legalità e la giustizia; nella voce di quanti non rimangono più in silenzio; nel coraggio che serve per rifiutare compromessi e scorciatoie indebite; nella certezza che non cederemo mai fino a quando, e succederà, la mafia avrà una fine”.
Alla Camera, il presidente Boldrini, ha sottolineato il “ricordo vivo e profondo” della figura e dell’impegno di Paolo Borsellino che deve accompagnarsi “all’impegno delle Istituzioni, della società civile, dei singoli cittadini nel contrasto alla criminalità organizzata”.